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I dodici mesi che sfasciarono il Pd

Matteo Renzi

Sondaggi horror, scissione, fuga dei militanti e stop elettorali. Renzi archivia l'anno più duro ma si prepara alla nuova batosta alle Politiche

Gaetano Mineo
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Sugli scaffali del Nazareno verrà archiviato come «annus horribilis». Per il Partito Democratico, il 2017, è iniziato male e finito peggio. Matteo Renzi comincia l'anno con ancora le ferite vive per la sonora sconfitta al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. Ma non ha il tempo di riprendersi, perché a metà febbraio dovrà incassare un altro duro colpo: dimissioni da premier e anche da segretario del Pd. In due mesi, dalle stelle alle stalle. È la politica. Ma da buon democristiano, l'ex premier riprende il cammino. Primo obiettivo, le primarie per tornare alla guida del partito. Ma anche a fine aprile arriva un altro boccone amaro. Sì, dai gazebo esce vittorioso, ma con una percentuale di consensi (69,2%) più o meno come quella del 2013 (67,8%). E, con l'aggravante, di aver fatto rimanere a casa circa 1,2 milioni di elettori. Infatti, il popolo del centrosinistra è passato dai circa... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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