Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Gentiloni firma la treguasul treno di Renzi

Il premier: la leadership è del segretario ma il Pd resti unito

Davide Di Santo
  • a
  • a
  • a

Prima un accenno alle "baruffe quotidiane", poi alla competività interna che si trasforma spesso in "aggressione". Infine un vero e proprio richiamo: "Spalle larghe, poche chiacchiere e unità". Il premier Paolo Gentiloni arriva alla stazione di Pietrarsa per la conferenza programmatica del Pd. Abbraccia Renzi, sale sul treno con l'ex premier che lo saluta, "questa è casa tua", poi dal palco traccia il profilo del partito, togliendosi "la giacchetta da premier" e invitando tutti a "fare squadra". Il Pd - sottolinea - deve essere credibile e ambizioso, ovvero essere "sinistra di governo" perché "si gioca per vincere e per governare. Non per altro, nel Pantheon del Pd non c'è De Coubertin". Deve essere piu' al fianco dei "perdenti della globalizzazione" e meno amica dei salotti. Deve essere "forza responsabile" perché "è il perno fondamentale" di questa e della prossima legislatura. Un Pd forte per l'Italia, che abbia una vocazione identitaria (da qui il rilancio del provvedimento sullo ius soli, "stiamo lavorando per creare le condizioni per il sì"). Che voglia fare campagna elettorale per l'Europa, "quella contro la lasciamo agli altri". Che punti sull'ambientalismo, sulle misure contro la povertà ("Vanno bene gli 80 euro ma bisogna fare di più), sul lavoro, sul mezzogiorno. La richiesta ai ministri e ai parlamentari che siedono in platea è quella di far in modo di "non dissipare i risultati raggiunti in questi anni", di arrivare "ad una conclusione ordinata della legislatura". "Non è un'esigenza del governo o del Parlamento ma dell'Italia" che "ha bisogno di essere rassicurata", osserva il presidente del Consiglio. E' ai cittadini che occorre dare "una risposta", un segnale a chi "ha rialzato la testa" dopo la crisi "perché le ferite sono ancora lì". E bisogna farlo, detta Gentiloni, avendo come punto di riferimento sempre la guida di Mattarella. Contro "i propagandisti della paura" Gentiloni vede un'unica soluzione: quella di arrivare ad "un assetto largo più possibile e più possibile capace di vincere e governare". Gentiloni ribadisce che "la leadership" è chiara, è quella del segretario che ha concorso, con il suo lavoro, a far sì che l'Italia dopo 15 anni sia stata promossa da un'agenzia di rating. "Il Pd può far vincere l'Italia", sottolinea il presidente del Consiglio. Molti esponenti dem non renziani in platea scommettano e si augurano che, in caso di vittoria alle elezioni, il candidato premier sia proprio Gentiloni. Ma il premier più in là non va e domani è attesa la replica di Renzi che ribadirà come il partito sia forza di governo ma che su ogni questione non rinuncerà a dire la propria.

Dai blog