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Nord o Italia? Il cortocircuito di Salvini sul referendum

Il leader della Lega Salvini

Alberto Di Majo
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Solo il Nord o tutta l'Italia? Questo è l'ultimo dilemma di Matteo Salvini. Non bastavano le difficoltà (inevitabili) a gestire il rapporto con Forza Italia: come fanno a stare nella stessa coalizione un partito europeista e popolare che punta a riconquistare i cosiddetti moderati e uno che vorrebbe uscire dall'euro e che ogni giorno alza i toni per tentare di strappare consensi ai 5 Stelle? Ma ora si apre il fronte dei referendum. Si terranno domenica in Lombardia e in Veneto. L'obiettivo è chiedere più autonomia e più soldi (anche se soltanto la consultazione costerà 60 milioni di euro). Ecco il nodo: la Lega di Matteo Salvini vuole ancora l'autodeterminazione del Nord (se non più la secessione) come chiedono i governatori Maroni e Zaia o, al contrario, scommette su un progetto nazionale (come sembrava volesse il leader leghista)? Da parte sua, Silvio Berlusconi ha risolto il cortocircuito facilmente: «Noi vogliamo proporre un referendum sull'autonomia per tutte le regioni italiane per spostare le competenze dal centro alla sede giusta che è quella regionale». Salvini, invece, è finito all'angolo. Se ci fossero dubbi, il suo vice, Giorgetti, è esplicito: "L'articolo 1 dello Statuto della Lega Nord (che prevede l'indipendenza della Padania, ndr) non è cambiato". Dunque delle due l'una: il Carroccio tornerà sulle posizione di Umberto Bossi o continuerà sulla strada di una Lega nazionale? Ai "postumi" l'ardua sentenza.

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