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Bankitalia, i big del Pd blindano Visco e accusano Renzi

Da Napolitano a Veltroni fino a Zanda e Orlando: attacco al segretario

Luigi Frasca
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Sulla questione Bankitalia è in corso un fuoco di fila contro il segretario dem. Marcano distanza Veltroni, Orlando, Zanda, Napolitano, Franceschini, Calenda. «Un attacco alla leadership», il sospetto dei renziani. Ma Matteo Renzi non si scompone, tira dritto, continua a girare per l'Italia. Oggi Marche: il treno "Destinazione Italia" di primo mattino fa tappa a Fano al polo universitario di biotecnologia, all'ora di pranzo tocca Osimo dove ha sede l'associazione del "Filo d'oro" a Recanati, la patria di Leopardi; nel pomeriggio altre soste, tra cui Ascoli e la terremotata Arquata del Tronto. L'ex premier scende in ogni stazione, stringe mani, si ferma a parlare con chiunque, dagli operai del settore calzaturificio a chi gli ricorda le battaglie sui vaccini. Arriva anche qualche contestazione. Poca intenzione di parlare di politica ma l'eco dello scontro su Visco è troppo fragoroso. Io - confida l'ex presidente del Consiglio ai suoi - sono in sintonia con il Paese, non con il sistema, non voglio passare come il difensore delle banche. Poi l'attacco: la Vigilanza non funzionò, chi ha sbagliato paghi, il Pd non ha nulla da nascondere. La sensazione dei renziani è che sia in atto una manovra per depotenziarlo ma «noi andiamo avanti», spiegano i fedelissimi dell'ex premier. Il momento anche per fare chiarezza dentro il partito e perfino sulle regole bancarie è quello del 27 ottobre. A Portici, vicino Napoli, si terrà una tre giorni di Assemblea programmatica. Intanto, però, sono tutti contro l'ex premier. Renzi «non ha gradito» la mossa dem contro i vertici di palazzo Koch ma Ignazio Visco «per noi rimane insostenibile», confida ai suoi. «Il Governo ha chiesto di cambiare il testo della mozione e il Pd lo ha cambiato - dice Renzi ai cronisti - Non tocca al Pd decidere il nome del Governatore, ma se qualcuno vuol raccontare agli italiani che nel settore delle banche non è successo niente non sarò certo io. È successo di tutto. È mancata evidentemente una vigilanza efficace», attacca. La giornata del segretario prosegue «sul territorio» ma in costante contatto con Roma, anche se non con palazzo Chigi né con il Quirinale. I dem non hanno molto apprezzato l'intervento del Colle sulla vicenda. Gli orlandiani chiedono un'assemblea di gruppo «per fare chiarezza». Mentre il capogruppo al Senato Luigi Zanda invita a «usare il massimo della prudenza possibile. E questo significa che di mozioni di questo tipo meno se ne fanno e meglio è». A far storcere il naso a Renzi e ai suoi, però, sono soprattutto le parole di Walter Veltroni, che ha bollato come «immotivata e ingiustificabile» la mozione dem. Duro anche l'ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: «Non devo occuparmi delle troppe cose che ogni giorno capitano e sono deplorevoli».

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