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Ministri e candidati, il retroscena della rissa su Roma

Il sindaco Virginia Raggi

Alberto Di Majo
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Ministri, segretari di partito, candidati: scoppia la grande rissa su Roma. Sarà che la politica ormai è diventata una branca della comunicazione, fatto sta che la Capitale è sempre sotto i riflettori dei partiti. Prima ragione: è la sfida amministrativa più difficile, la prova del fuoco per il MoVimento 5 Stelle. Pd, Forza Italia e company tengono l'attenzione altissima, ovviamente sperando nel fallimento della Giunta Raggi. Avrebbero un argomento efficace per la campagna elettorale, ormai permanente, in vista delle Politiche della prossima primavera: "Hanno i voti ma non sanno governare" ripetono già da tempo sia da destra che da sinistra per far apparire i 5 Stelle inadeguati. Seconda ragione per cui Roma è diventata decisiva nel dibattito politico: si avvicinano le elezioni alla Regione Lazio (sempre nel 2018). Il governatore uscente, Nicola Zingaretti, sconta un Pd in crisi. Per vincere dovrebbe fare il pieno di voti nella Capitale (le province, storicamente, guardano a destra). Dunque anche per lui diventa centrale "sparare" sul Campidoglio. Pure il governo Gentiloni è concentrato su Roma: il ministro Carlo Calenda ha aperto un "tavolo" per riunire tutte le istituzioni ed elaborare un piano di sviluppo per la Capitale benché tra pochi mesi finirà la legislatura. Perché lo fa? "Vuole candidarsi come sindaco" sussurrano in tanti (anche se il ministro fa breccia nell'establishment ma è poco conosciuto dai cittadini). A insidiarlo potrebbe esserci la collega Beatrice Lorenzin, ministro della Salute. Anche lei interviene spesso su Roma, sempre molto critica con la Raggi. Il 5 novembre l'esponente di Ncd presenterà una sua lista alle elezioni di Ostia, sostenendo il candidato, indipendente dai partiti, Andrea Bozzi. Al suo fianco anche una formazione di ex Pd. Praticamente, il partito della Nazione di renziana memoria. Insomma, sono tutti concentrati sulla città eterna, diventata il centro del nostro dibattito politico. Resta giusto un dubbio: ma questo improvviso "interesse" verso la Capitale servirà a migliorare le condizioni della città o soltanto il posizionamento di alcuni politici? 

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