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Alfano rompe con Renzi ma salva Gentiloni

Il ministro degli Affari Esteri Angelino Alfano

Silvia Sfregola
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La collaborazione con il Partito democratico è conclusa, ma il supporto al governo Gentiloni resta e continuerà fino alla fine della legislatura con "lealtà", anche se la "fedeltà dimostrata in questi anni è stata mal ripagata" da Matteo Renzi. Angelino Alfano chiude così ogni rapporto con l'ex presidente del Consiglio (con cui ha governato per mille giorni da ministro dell'Interno) e accetta la sfida sulla legge elettorale. Alternativa popolare, annuncia il ministro degli Esteri durante un'affollatissima conferenza stampa convocata al termine della direzione nazionale, presenterà emendamenti solo sulle preferenze e per introdurre un premio di gorvernabilità. La soglia di sbarramento (casus belli dello scontro con Renzi) può restare al 5%, "noi - assicura - non faremo ostruzionismo". Per superare la soglia d'ingresso al Parlamento il partito avvierà subito contatti "con tutte le forze popolari, moderate e liberali" del Paese per dare vita a un progetto politico "che tutti i sondaggi danno al 10%". Maurizio Lupi, capogruppo alla Camera, ha già ricevuto il mandato per organizzare i primi incontri. Poco piu' di tre anni fa, dice Alfano ricordando il sì all'intesa con il Partito democratico per formare il governo Renzi, "abbiamo sfidato tutto e tutti pur di mandare avanti il Paese che in quei mesi era in grande difficoltà. Siamo stati leali alla Repubblica e al Paese. Ora non cambiamo idea, e anche se la nostra lealtà è stata mal ripagata la rimettiamo a disposizione". Dunque Ap resta al governo e al fianco di Gentiloni. Al leader del Partito democratico Alfano ripropone la domanda che gli rivolge da ieri: "Gli chiediamo di rispondere a un semplice interrogativo: vuole fare cadere il governo Gentiloni, il terzo governo in quattro anni, o no? Attendiamo una risposta". Alfano non smentisce nemmeno l'attacco a Renzi portato dal collega di partito Sergio Pizzolante che in mattinata aveva detto che dal segretario Pd già da febbraio erano giunte pressioni per far cadere il governo in cambio di una legge elettorale più favorevole ad Ap. D'altra parte, fa poi notare, "non è uno scoop clamoroso: ci sono intere rassegne stampa che indicano l'agitazione del Pd su Gentiloni fin dalla nascita del governo...". Affermazioni che il Pd respinge con il coordinatore nazionale, Lorenzo Guerini, e con Matteo Ricci, componente della segreteria: "Non è assolutamente vero", "sono solo parole false".

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