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La Raggi nega la sala alla Meloni

Giorgia Meloni

Fratelli d'Italia avrebbe dovuto tenere un incontro a Palazzo Valentini, sede della Città metropolitana

Antonio Rapisarda
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Giorgia Meloni a palazzo Valentini? Virginia Raggi ha detto "no". Questo è quanto denunciano i dirigenti provinciali di Fratelli d'Italia che avrebbero dovuto tenere oggi nella sede della città metropolitana un incontro istituzionale dal titolo "Patto con i sindaci" e che invece, dato il niet del sindaco, sono stati costretti a cambiare location all'ultimo e a convocare amministratori di tutta Italia alla Camera. Che cosa è successo? «Si tratta di un attacco politico: fin quando non sapevano che la Meloni sarebbe venuta era tutto a posto. All'improvviso, invece, è uscita fuori la storia del regolamento...», denuncia a Il Tempo Marco Silvestroni, capogruppo di FdI in città metropolitana. Andiamo con ordine. La normativa dell'ente per ciò che riguarda l'utilizzo delle sale - quelle inserite per manifestazioni istituzionali (non politiche) - prevede la richiesta di utilizzo trenta giorni prima. È il sindaco, poi, a dare parere positivo o negativo. Come spiegano diversi consiglieri, però, è prassi da sempre, compresa la stagione Raggi, che questi trenta giorni non vengano mai rispettati. «La nostra iniziativa è un fatto istituzionale, un patto tra amministratori, dove si parlerà anche di aree omogenee - spiega Silvestroni - Quindici giorni fa è stata fatta la richiesta e non è mai giunta la risposta ufficiale di diniego: anzi sia dal cerimoniale che dalla segretaria particolare della Raggi ci spiegavano che stava per dare l'assenso. Io, del resto, ho già ho preso altre volte, anche dieci giorni prima, le sale». Poi? Appena apparsa la notizia che a presiedere l'incontro sarebbe arrivata Giorgia Meloni, come spiegano da FdI ieri, è arrivata la notizia ("in via non ufficiale") che per volere della Raggi non veniva più concessa la sala Fregusi, in quanto sala nobiliare. «Datecene un'altra» la replica dei consiglieri. La risposta è stata no: nessuna sala perché i tempi non sarebbero stati rispettati. Un cavillo inaccettabile, secondo Silvestroni, una scusa. «Farò un accesso agli atti per dimostrare come il regolamento non è mai stato rispettato - conclude - E poi faremo le nostre azioni per dimostrare che si è trattato di un vero e proprio abuso da parte del sindaco. Un attacco vergognoso e puerile».

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