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M5S, Di Maio di nuovo nella bufera: "40% romeni criminali"

Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio

Silvia Sfregola
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Slitta alla prossima settimana la presentazione del programma Esteri del M5S prevista per domani, proprio nel giorno in cui scoppia la querelle intorno alle parole di Luigi Di Maio sui romeni. In un post pubblicato lunedì sul proprio profilo Facebook, il vicepresidente della Camera mette nero su bianco: "L'Italia ha importato dalla Romania il 40% dei loro criminali. Mentre la Romania sta importando dall'Italia le nostre imprese e i nostri capitali. Che affare questa Ue". "Importiamo il 40% di criminali". E scoppia la polemica Netto il presidente del Gruppo Socialisti e Democratici al Parlamento europeo Gianni Pittella: A distanza di quarantott'ore monta la polemica. "Di Maio, che idiozia - scrive su Facebook - Ma come può un esponente di spicco del M5S e vicepresidente della Camera lasciarsi andare a idiozie del genere sul conto di un intero popolo, quello rumeno, che tanto ha dato in termini umani, sociali ed economici all'Italia. Non si tratta di razzismo ma ahimè di becera ignoranza. Torna a studiare Di Maio. Risparmiaci il tuo quotidiano festival delle idiozie". Vigorosa protesta anche da parte dell'ambasciatore romeno George Gabriel Bologan che in una lettera a La Stampa sottolinea: "Sosteneva John Austin che 'pronunciare una frase significa svolgere un'azione che può distruggere o edificare'. E le parole, anche se in un certo contesto, possono offendere senza che questo sia il fine voluto. La comunità romena è ben integrata nel tessuto sociale italiano. Al di là della dialettica politica interna che non mi riguarda, credo che i messaggi positivi possano dare di più. Il dialogo e la conoscenza aiutano tanto". Pioggia di reazioni Si va dall'esponente di Unione popolare cristiana Antonio Satta che consiglia al Movimento "di pensarci sulle reali capacità di Di Maio di essere un leader" al coordinatore dei Verdi Angelo Bonelli che accusa il deputato Cinquestelle di essere "un giorno salviniano e l'altro ambientalista" e "a volte statista e altre sinistroide" pur di raggiungere il consenso. Per il deputato dem Khalid Chaouki, Di Maio "è il principe dei luoghi comuni" e pronuncia parole "pericolose e irresponsabili". Per Eugen Tertelac, presidente dell'Associazione romeni d'Italia, "quella di Di Maio è una dichiarazione politica che non fa altro che rovinare i rapporti tra i due Paesi". Tertelac sottolinea l'autogol del pentastellato, evidenziando il giro d'affari da 13 miliardi di euro tra Italia e Romania. "Quelle di Di Maio ? rincara - sono dichiarazioni fatte per finalità elettorali. Me le aspettavo perché il regolamento del M5S è un po' razzista, prevede che un cittadino non italiano non possa candidarsi. Dovrebbero lavorare un po' di più sullo statuto e sulle politiche che vogliono attuare". Di Maio: "Fatto inopinabile" Nessun passo indietro da Di Maio che ribatte: "C'è un fatto, che è inopinabile: il 40% dei ricercati con mandato internazionale emesso da Bucarest si trova in Italia. Non lo dico io, lo disse nel 2009 l'allora ministro romeno della Giustizia Catalin Predoiu, dato confermato l'altro giorno a SUM #01 dal procuratore di Messina Ardita". "Motivo per cui ? rincara - non ho nessun motivo oggettivo di mettere in dubbio questa affermazione". "Ho anche messo in evidenza, e lo ribadisco, che siccome la nostra Giustizia è inefficiente, i nostri imprenditori vanno in Paesi dove funziona meglio: come la Romania - è il pensiero di Di Maio -. Impariamo dai rumeni: scoraggiano i delinquenti e attirano le imprese. Abbiamo bisogno di una giustizia rapida, efficiente ed efficace che scoraggi chi vuole delinquere e aiuti chi vuole investire". Lotti: "Sulla Romania dichiarazioni choc" In serata replica il ministro Luca Lotti che definisce "dichiarazioni choc" quelle sulla Romania. Lotti si appella direttamente all'esponente M5S con queste parole: "Caro Luigi Di Maio, mi sono imbattuto in uno dei post Facebook più assurdi che io abbia mai visto, in quel post ci sono più bugie che parole". Il commento in oggetto è quello sulla Ryder Cup in cui Di Maio lo accusa di essere "riuscito a piazzare i 97 milioni di euro di fideiussione per il Golf" nella manovrina. Il ministro precisa che i 97 milioni non sono altro che una "garanzia" per un evento sportivo di carattere mondiale.

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