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La Corte Costituzionale dice no al referendum sull'articolo 18

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Una piccola mano a Paolo Gentiloni che, almeno per ora, disinnesca la prima mina sotto la sua poltrona di presidente del Consiglio. Come previsto infatti, la Corte Costituzionale ha ammesso due dei tre referendum sul Jobs Act. Via libera a quelli sulla "responsabilità solidale in materia di appalti" e sui "voucher". Respinto invece il quesito sulle modifiche dell'articolo 18 che, per gli oppositori, rappresentano il vero cuore della legge approvata dal governo Renzi.  La consultazione dovrebbe tenersi in primavera almeno che il Paese non sia chiamato a elezioni anticipate. Ma, prima di quella data, l'esecutivo interverrà quasi sicuramente sulla regolazione dei voucher e quindi, alla fine, dovrebbe rimanere solo un quesito (peraltro marginale). In questo modo, quindi, la possibilità che l'esecutivo venga sfiduciato e si torni alle urne si allontana. Almeno per un po'. Al punto che il leader della Lega, Matteo Salvini, attacca: "Dalla Consulta sentenza politica, gradita ai poteri forti e al governo come quando bocciò il referendum sulla legge Fornero. Temendo una simile scelta anche sulla legge elettorale il prossimo 24 gennaio, preannunciamo un presidio a oltranza per il voto e la democrazia sotto la sede della Consulta a partire da domenica 22 gennaio".  Insomma le opposizioni al governo pensano già alla prossima battaglia. Gentiloni intanto gongola. Chissà come la pensa Matteo Renzi?

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