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Il Pd resta col cerino in mano Ora tocca a Mattarella: "Presto il nuovo governo"

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Tutto come previsto. Nessuno ha voglia e interesse a correre in soccorso di Matteo Renzi e del Pd in questa fase di crisi politica. Così toccherà al premier dimissionario e ai Democratici, con la sponda di Sergio Mattarella, l'onere di mettere in piedi un governo capace di approvare una nuova legge elettorale e portare in tempi più o meno brevi il Paese al voto.  Chiusa la due giorni di consultazioni il Capo dello Stato si è presentato davanti ai giornalisti ma non ha offerto molti indizi sulle sue prossime mosse. Mattarella ha spiegato che il suo obiettivo è e resta quello di "dare al più presto un governo al Paese". Quindi la partita si chiuderà domani, al più presto lunedì. In ogni caso si tratterà di un governo nel pieno delle sue funzioni capace di affrontare gli adempimenti, gli impegni e le scadenze, sia nazionali che internazionali dei prossimi mesi. Tra queste Mattarella ne cita due: l'armonizzazione della legge elettorale tra Camera e Senato e la ricostruzione post terremoto. Parole che non devono aver fatto piacere a chi spera in un esecutivo di durata breve. Tra questi i Dem che forse, proprio per questo, non avrebbero fatto nomi né rose di nomi tra cui scegliere il prossimo premier. Toccherà quindi al Capo dello Stato sbrogliare la matassa. L'ipotesi più probabile resta sempre quella di affidarsi a Paolo Gentiloni, persona su cui il Pd avrebbe già trovato l'accordo. Dal canto suo Silvio Berlusconi, pur bocciando l'ipotesi di sostegno ad un qualsiasi tipo di governo che preveda una collaborazione organica con il Pd, ha fatto sapere che quella di Forza Italia sarà un'opposizione responsabile. Che sia Gentiloni, Padoan o chiunque altro, per gli azzurri è lo stesso. Di certo c'è che il Cavaliere e i suoi sono disponibili ad aprire subito un tavolo per cambiare l'Italicum. E già si riparla di "pattino" del Nazareno.

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