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"Non consentirò a nessuno di dubitare della mia onestà"

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di Maria Elena Boschi

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Non è mia intenzione, in questa sede, esprimere valutazioni sulla campagna politica in atto contro la mia famiglia e soprattutto contro il governo. Per il rispetto che nutro nei confronti della presidenza e di tutti i colleghi, mi limiterò ad esporre i fatti. I provvedimenti emanati dal nostro governo hanno in qualche modo, seppur indirettamente, favorito la mia famiglia? Questa è la domanda. C'è stato del favoritismo? Una corsia preferenziale? La legge non è stata applicata in modo uguale per tutti i cittadini? Questo è il quesito che viene posto. Forse vi stupirò, ma se la risposta fosse sì, sarei io la prima a ritenere necessarie le mie dimissioni. Ma restiamo alla verità dei fatti, perché con i «sembrerebbe» e i «pare», che ho sentito oggi, si va poco lontano. Vorrei dire a tutti coloro che hanno firmato la richiesta di dimissioni che mi usassero la gentilezza di ascoltare i fatti che porterò in questa aula. Perché chi ha un approccio alla realtà dei fatti privo di pregiudizi, non può che arrendersi di fronte all'evidenza. Ascoltate prima di votare e ascoltate senza pregiudizio.   MIO PADRE Vorrei innanzitutto che fossero chiari i fatti. Mio padre è stato eletto membro del Consiglio di amministrazione di Banca Etruria nel maggio del 2014. Ricordo che i soci di Banca Etruria, una banca popolare molto diffusa sul territorio, erano oltre 69.350. È stato poi nominato vicepresidente, uno dei vicepresidenti, non vicario e senza deleghe. Ha accettato quell'incarico convinto di poter dare una mano, poter dare una mano in un momento in cui la banca era già in difficoltà per le gestioni precedenti, per la crisi economica. Mio padre, come tutti gli altri membri del Consiglio d'amministrazione, ha perso il proprio incarico, è stato destituito con il commissariamento voluto dal nostro governo, con il decreto numero 45 del 10 febbraio del 2015 firmato dal ministro Padoan su richiesta di Banca d'Italia. In tutta onestà, voglio chiedere a quest'aula dov'è il favoritismo nell'aver fatto perdere a mio padre l'incarico, così come tutti gli altri Consiglieri d'amministrazione hanno perso il proprio incarico. Ma v'è di più. Mio padre, è già stato detto, è stato, al pari degli altri membri del Consiglio d'amministrazione, dei membri del Collegio sindacale, del Direttore generale, sanzionato da Banca d'Italia, e ha pagato una multa di 144mila euro. Vorrei chiedere, in tutta onestà, dov'è il favoritismo nella sanzione di Banca d'Italia verso mio padre? Lasciatemi dire, però, quello che ho nel cuore. Io amo mio padre. E non mi vergogno a dirlo. Mio padre è una persona perbene. Io sono fiera di lui e sono fiera di essere la prima nella famiglia Boschi ad essersi laureata. E ricordo la gioia e la commozione di mio padre quando è venuto a Firenze ad assistere alla mia laurea. I miei fratelli più piccoli sono laureati uno in economia e uno in ingegneria. E noi sappiamo quello che ha fatto mio padre per farci studiare. Lui, figlio di contadini, che per andare a scuola e diplomarsi, ogni giorno faceva cinque chilometri a piedi all'andata, cinque chilometri a piedi al ritorno e 40 minuti di treno. Questa è la storia semplice, umile ma forte, della mia famiglia, non le maldicenze che ho sentito raccontare in questi giorni e le meschinità che sono state scritte. Io so che questo fa parte delle regole del gioco. E non mi arrabbio. Ma spero, se un giorno avrò la fortuna di essere madre, che i miei figli siano orgogliosi del loro padre quanto io lo sono del mio. Allo stesso modo, però, dico in quest'aula che sono orgogliosa di far parte di un governo che esprime un concetto molto semplice: chi sbaglia deve pagare. Chiunque sia. Senza differenze. Se mio padre ha sbagliato, deve pagare. E su questo io non ho dubbi. (...) Resta la verità dei fatti: mio padre è stato commissariato dal governo, è stato sanzionato da Banca d'Italia, non c'è nessun favoritismo nella nostra Italia.   CONFLITTO D'INTERESSI Ma la mozione si interroga su altri elementi. I firmatari della mozione si chiedono se in qualche modo i provvedimenti di questo governo possono aver favorito me o la mia famiglia. Sia il decreto di trasformazione delle banche popolari, che si asserisce avrebbe fatto guadagnare a me e alla mia famiglia delle plusvalenze, sia l'ultimo decreto di novembre che avrebbe salvaguardato me e la mia famiglia più degli altri azionisti. Anche questo non è vero. Come noto, io posseggo, o sarebbe meglio dire possedevo, 1.557 azioni di Banca Etruria, che ho acquistato a un valore di poco inferiore a un euro ciascuna. Quindi avevano un valore iniziale di circa 1.500 euro, così forniamo anche informazioni a chi non era in grado di dare un valore a queste azioni, peraltro a tutti noto. Dico possedevo perché, come sapete, dopo il decreto di questo governo, il valore delle azioni è stato azzerato. Quindi oggi equivalgono a zero e sono carta straccia, come quelle di tutti gli altri azionisti. Anche i membri della mia famiglia hanno dei piccoli pacchetti azionari in Banca Etruria. Come consente la legge, non hanno fornito informazioni sui loro titoli, ma sicuramente non si offenderanno se lo farò io oggi in quest'aula. Mio padre possiede, o meglio possedeva, 7.550 azioni di Banca Etruria, mia madre 2.013, mio fratello Emanuele 1.847, e mio fratello Pierfrancesco 347. Ad un valore inferiore a un euro ciascuna, potete fare agilmente il calcolo del valore di questo pacchetto azionario. Ciò nonostante oggi vale zero, perché a seguito del decreto il valore è stato azzerato. Ora, io trovo sinceramente molto suggestiva l'idea che con un pacchetto di 1.500 azioni, un socio sui 69.350 di qualche anno fa e gli oltre 62mila attuali soci di Banca Etruria, io fossi la proprietaria di Banca Etruria. (...) Dire che Banca Etruria è la banca della famiglia Boschi, è sicuramente funzionale ai titoli sui giornali ma poco corrisponde alla realtà dei fatti. Il provvedimento di novembre, quindi, non ha favorito la mia famiglia perché le nostre azioni sono state azzerate come quelle di tutti gli altri. (...) Né io né i membri della mia famiglia abbiamo acquistato o venduto azioni nel momento in cui io sono stata al governo. Anzi, ancora prima, perché gli ultimi movimenti miei o della mia famiglia in azioni di Banca Etruria risalgono al luglio del 2013. Questo vuol dire che noi non abbiamo venduto o acquistato azioni, né prima né dopo l'emanazione del decreto di febbraio. Quindi nessun plusvalore può essere stato realizzato, semplicemente perché non abbiamo venduto ho acquistato. Ciò detto, siccome non voglio che ci siano dubbi in quest'aula, proviamo a ragionare per assurdo. Immaginiamo, quindi, che ci possa essere stata una differenza di valore.   OPPORTUNITÀ POLITICA (...) Noi abbiamo detto che non sono state realizzate plusvalenze, che il valore delle azioni è stato azzerato, che mio padre è stato commissariato dal governo e sanzionato da Banca d'Italia. Quindi direi nessun favoritismo, nessuna corsia preferenziale. Ma possiamo ragionare anche in termini di opportunità. Voi vi ricorderete che in quest'aula io ho difeso dei colleghi del governo raggiunti da avvisi di garanzia, sono stata anche molto criticata dopo quel question time. Io credo però, che al pari delle tante riforme importanti che il nostro governo sta portando avanti, anche aver ribaltato il principio, in qualche modo del sospetto, e aver riaffermato il principio costituzionale per cui l'avviso di garanzia non è una condanna, ma è semplicemente uno strumento posto a tutela di ogni cittadino indagato, credo che sia altrettanto significativa e altrettanto importante. Anche se ora non stiamo parlando di avvisi di garanzia. (...) Senza apparire arrogante, voglio sfidare i firmatari. Mi si dica se sono mai venuta meno ai miei doveri istituzionali e sarò la prima a lasciare. Mi si dica e mi si dimostri che ho in qualche modo favorito la mia famiglia e non aspetterò nemmeno l'esito del voto. Mi si dica che non sono all'altezza, se lo ritenete. Ma non vi consento di mettere in discussione la mia onestà e il rispetto dei principi di legge. Non ve lo consento io e non ve lo consente la realtà dei fatti. (...)   I FATTI E IL GOVERNO Auguro quindi a tutti voi di giudicare i fatti per quello che sono. Perché la realtà dei fatti è molto più forte di ogni strumentalizzazione. E voglio anche dire a chi immagina, attaccando me, di indebolire il governo: lasciate perdere. Perché questo governo è attrezzato per respingere gli attacchi, questo governo è attrezzato per portare avanti il cambiamento, perché siamo il cambiamento di cui l'Italia ha bisogno. Per cui non ci fermeranno le bugie, le maldicenze. Noi continueremo ad andare avanti senza arroganza ma con la libertà e il coraggio chi sa di dare veramente all'Italia una nuova opportunità. Grazie

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