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Renzi mette all'indice Manzoni «Via i Promessi Sposi da scuola»

Matteo Renzi: «La penso come Umberto Eco, I Promessi Sposi andrebbero proibiti per legge, perché una volta proibiti diventano affascinanti»

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E il premier Matteo Renzi dixit: «La penso come Umberto Eco, I Promessi Sposi andrebbero proibiti per legge, perché una volta proibiti diventano affascinanti, e si rivelano essere un capolavoro assoluto». Lo ha detto davanti a una platea di studenti universitari, quelli della Luiss School of government che hanno applaudito sonoramente. Si disquisiva di vetocrazia «un tema centrale oggi». Il presidente del Consiglio ha commentato: «È possibile che in Italia siano i Tar a decidere se una cura va bene oppure no?». E giù con gli uomini di legge assimilati agli azzeccagarbugli di manzoniana memoria. Un romanzo sublime, commedia umana etico-universale di stupefacente attualità che ha fatto dire a Umberto Eco «I promessi sposi è una chiave per capire l'ideologia italiana». Tra i diamanti che elargisce in maniera copiosa, sottolinea Renzi «la vicenda dell'azzeccagarbugli che descrive perfettamente come le leggi sono fatte in modo tale che per ciascuno si apre la strada della complicazione». L'intuizione di Manzoni fa lanciare al toscanissimo premier la sua provocazione. L'obbligo di leggere e studiare il romanzo manzoniano, nelle classi del biennio della scuola secondaria superiore, contribuisce a non farlo amare, a renderlo impopolare. E dunque affinché non si possa definire il libro di don Lisander «un polpettone indigesto» Renzi concorda con chi sostiene la necessità di non studiarlo a scuola. Manzoni invece va letto e riletto anche perché ci aiuta a giudicare il mondo di oggi. Ma allora quale potrebbe essere l'alternativa ai Promessi Sposi? Insomma c'è un romanzo italiano dell'Ottocento, universalmente riconosciuto come capolavoro, che abbia la stessa valenza di commedia umana etico-universale e che continui a rappresentare il genere italico nei suoi vizi e virtù? Ma certo, si tratta di Pinocchio di Collodi, definito ingiustamente un classico per ragazzi. Peccato che la storia del burattino non sia venuto a mente a Renzi, toscano verace. Il fatto che la scuola italiana ignori completamente Carlo Collodi è una delle tante «vergogne» nazionali. Sarà forse perché il burattino che dice bugie è un personaggio scomodo e imbarazzante, con il quale è meglio mantenere una certa distanza. Soprattutto se si fanno lavori istituzionali. Magari la scuola lo ha semplicemente bandito perché lo stesso burattino di legno ha il coraggio di dichiarare «di studiare non ne ho punto voglia e mi diverto più a correre dietro alle farfalle e a salire su per gli alberi a prendere gli uccellini di nido». È un paradosso. C'è uno più italiano di Pinocchio che dà sempre la colpe agli altri delle sue malafatte? Se lo chiedeva lo scrittore Raffaele La Capria che lo definì «l'unico personaggio della letteratura italiana». Ma tornando al Manzoni che prima di dare la versione definitiva del suo romanzone «andò a sciaquare i panni in Arno» c'è da dire che a scuola da tempo non si legge più in «versione integrale». Qualche capitolo, semmai i passi più celebri. Non serve abolirlo. Piano, piano, sta scomparendo da solo.

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