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Dallo "zombie coi baffi" a Cicciobello Le frasi celebri del "Picconatore"

Cossiga

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Tante sono le frasi a effetto e le battute brucianti per cui Francesco Cossiga, morto oggi al policlinico Gemelli all'età di 82 anni, sarà ricordato. Achille Occhetto diventò "lo zombie coi baffi" e Francesco Rutelli "Cicciobello". Francesco Cossiga usava l'arma dell'ironia graffiante, coniando soprannomi fulminanti per ridisegnare quella che a suo modo di vedere era la personalità degli esponenti politici, soprattutto quelli che in Parlamento sedevano sui banchi della sinistra. La più celebre tra le creazioni cossighiane in questo senso è stata sicuramente quella affibbiata nel 1992 ad Achille Occhetto: "Farebbe meglio ad andare a zappare e a cogliere margherite. Ma mi fa un po' schifo pensare che la terra possa essere violata e le margherite colte dalle manacce degli zombie coi baffi...". E mentre Luciano Violante diventò il "piccolo Vysinskij", accostato con un pizzico di perfidia al procuratore generale dei processi staliniani, Francesco Rutelli si trasformò in uno tra i più celebri bambolotti italiani. E Pietro Folena si meritò un giudizio tranchant: "Più che un politico, un indossatore mancato". Più recentemente, Cossiga ironizzò anche su Walter Veltroni: "So che dopo la bella e coraggiosa intervista ad Al Arabiya del presidente Usa Obama - disse un anno fa-  Walter Veltroni ha presentato domanda alla Corte d'appello di Roma per poter cambiare il suo nome in Walter Hussein, e che si è presentato alla moschea di Roma per farsi musulmano". Ma anche Cossiga ha ricevuto nel corso del suo lungo percorso politico qualche soprannome: nei primi cinque anni al Quirinale è stato "il canguro silente"; poi, negli ultimi due, vulcanici, anni da capo dello Stato è diventato il "grande esternatore" e, soprattutto, il "Picconatore". La giornalista dell'Economist Tana de Zulueta, poi parlamentare del centrosinistra, lo ribattezzò "la lepre marzolina" e più recentemente Roberto D'Agostino, deus ex machina di Dagospia, ha coniato per lui il termine "il Gattosardo".     FRASARIO TRANCHANT - "Adesso gli scherzi sono finiti", 23 marzo 1991 - Intervistato alla Fiera di Roma, Cossiga, presidente della Repubblica, minaccia lo scioglimento delle Camere e annuncia la stagione delle "picconate". "Violante è un piccolo Vishinski", luglio 1991 - In risposta all'esponente del Pds. "Io ho dato al sistema picconate tali che non possa essere restaurato, ma debba essere cambiato", 11 novembre 1991, alla presentazione del libro "Cossiga, uomo solo" di Paolo Guzzanti. "Io facevo parte di una formazione di giovani democristiani armati, armati dall'arma dei carabinieri, per difendere le sedi dei partiti e noi stessi nel caso che i comunisti, perdute le elezioni, avessero tentato un colpo di stato", 11 gennaio 1992, rievocando le elezioni del 1948. Achille Occhetto, segretario del Pds, è uno "zombi con i baffi", che fa rivivere "le cose più abbiette e più volgari del paleostalinismo", 22 gennaio 1992. In risposta al Pds che attacca su Gladio. "Se Berlusconi è il nuovo De Gasperi, io sono il nuovo Carlo Magno", 18 aprile 1998, in risposta a don Gianni Baget Bozzo che esalta Berlusconi. "Quando vedo Folena penso sempre a quanto ha perduto la moda e quanto poco ha guadagnato la politica". "Con la sua eleganza, la sua finezza è chiaramente un mancato indossatore", 22 giugno 1998, in polemica con il responsabile giustizia dei Ds. "Io ho concorso ad uccidere o a lasciar uccidere Moro quando scelsi di non trattare con le Br e lo accetto come mia responsabilità, a differenza di molte anime candide della Dc", 15 febbraio 2001. "La giustizia sportiva è una buffonata", 6 luglio 2006, su Calciopoli. "È anche vero che io abbia una origine familiare di grandi tradizioni repubblicane, antifasciste, radicali e massoniche. Ma non sono stato e non potrò mai essere massone perchè sono cattolico", 16 ottobre 2009, sui suoi rapporti con la massoneria.  

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