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Immigrati, la Lega contro la Lega

Umberto Bossi

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No ai «rastrellamenti».  No ai «blitz e alle camionette». Il giorno dopo la guerriglia di via Padova, la Lega Nord corregge il tiro e cambia completamente rotta le posizioni sugli immigrati. La proposta choc di Matteo Salvini di andare a snidare i clandestini «casa per casa» per rendere esecutive le espulsioni, vengono azzerate da una scrollata di spalle di Umberto Bossi. «I rastrellamenti lasciamoli stare», dice il leader della Lega Nord. Che però non rinuncia alla polemica con la sinistra: sua, secondo Bossi, la responsabilià di aver portato l'immigrazione clandestina oltre il livello di guardia. È stata infatti la sinistra, accusa il senatur, che «ha fatto arrivare montagne di immigrati senza casa, così poi sono nati i quartieri ghetto». L'ammorbidimento della posizione della Lega è ancora più evidente se si considerano le parole del ministro dell'Interno Roberto Maroni. È il responsabile del Viminale a sostenere che bisogna «cambiare passo nelle politiche di accoglienza e integrazione»; è sempre Maroni a dire no ai «quartieri ghetto» e a sottolineare che di fronte a fatti come quelli di via Padova «la risposta non può essere emotiva». Ed è in questo clima di inedito «buonismo» leghista, che il governo annuncia, con il ministro Sacconi, l'imminente arrivo di un «piano nazionale per l'integrazione», un progetto che dovrebbe essere pronto per il mese di febbraio. Il mutamento del clima viene registrato favorevolmente dall'opposizione. Che però non si accontenta delle parole, ma chiede fatti. La capogruppo del pd al Senato Anna Finocchiaro è pronta ad elogiare le «parole di buon senso» pronunciate da Maroni, ma sfida il governo a compiere «atti e gesti concreti». Una delle richieste che viene dai democratici, per bocca dell'ex ministro Livia Turco, è quella di ripristinare il fondo per l'integrazione, che fu cancellato dalle ultime finanziarie. Ma l'apprezzamento per la svolta leghista non cancella le polemiche tra gli schieramenti Quelle più dure riguardano il tema delle responsabilità , in un gioco in cui la maggioranza imputa alla politiche «filo-immigrati» della sinistra le violenze nei «ghetti» e la sinistra risponde ricordando che a Milano il centrodestra governa da anni. Di fronte al mantra ripetuto dai falchi della maggioranza, reagisce il segretario del pd Bersani, imprevedibilmente intervistato da Emilio Fede: «Da chi governa - dice il leader democratico - stiamo assistendo ad un inaccettabile scaricabarile. Davanti a questo atteggiamento non siamo disposti ad un confronto su un problema serio». Duro anche il candidato del Pd alla regione Lombardia Filippo Penati che attacca direttamente il sindaco Morati: «A Milano - dice - una politica per l'integrazione non si è mai fatta, anzi il sindaco Letizia Moratti è arrivata addirittura alla discriminazione, con il tentativo di vietare l'ingresso agli asili nido ai bambini figli di immigrati». Accuse che il centrodestra rimanda al mittente: «Quel che è avvenuto a Milano - osserva il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto - dimostra che nessuno ha la soluzione a portata di mano».

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