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E il Pd finisce ancora nel mirino dei giudici

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Ma vediamo di capire quante sono le inchieste alle quali è stato sottoposto o che hanno lambito il partito guidato prima da Walter Veltroni e poi Dario Franceschini. Un ex esponente dei Ds, il senatore Cesare Salvi, ha denunciato qualche mese fa che la "questione morale" era grave nel Pd già dal 2005. E pensare che il sindaco di Bari Emiliano, oggi lambito dalle inchieste pugliesi, era stato uno dei primi a lanciare l'allarme. Proprio lui, il 22 dicembre del 2008, aveva detto che serviva «una condotta improntata alla sobrietà istituzionale e di distanza dagli imprenditori. Se non vedo questi segnali dal mio partito ne trarrò le dovute conseguenze» (Il Giornale del 23 dicembre 2008). Non è stato così. Fin dal luglio del 2008 il Partito Democratico viene travolto dalle inchieste. Il primo a farne le spese è il governatore dell'Abruzzo Ottaviano Del Turco che il 17 luglio del 2008 è costretto alle dimissioni dall'inchiesta della procura della Repubblica di Pescara con l'accusa di aver ricevuto tangenti da un imprenditore che opera nel campo della Sanità privata. È solo l'inizio di una stagione di veleni che porterà il Pd alla sconfitta alle regionali in Abruzzo e a perdere la credibilità politica in altre zone del Paese. All'inizio di ottobre del 2008, ad esempio, il governatore della Campania Antonio Bassolino riceve un avviso di garanzia per lo scandalo del ciclo dei rifiuti. Si tratta di un atto dovuto. A dicembre, il sindaco di Pescara Luciano D'Alfonso viene arrestato per un presunto giro di tangenti. Contemporaneamente il pm John Woodcock chiede gli arresti domiciliari per il deputato del Partito democratico Salvatore Margiotta nell'ambito di un'inchiesta relativa agli appalti per l'estrazione del petrolio condotta dalla procura di Potenza. La Camera dice no all'arresto. E il 2 gennaio la richiesta viene annullata. Il 10 gennaio del 2009 il deputato del Pd Antonio Luongo viene rinviato a giudizio dal Gup del tribunale di Potenza, Luigi Barrela, per corruzione nell'ambito dell'inchiesta «Jena 2». Uno dei casi più clamorosi che ha toccato il Partito Democratico si è verificato ad Ancona. Qui il centrosinistra ha sempre avuto una maggioranza bulgara. Lo scorso 4 febbraio il sindaco della città Fabio Sturani, vicepresidente dell'Anci, annuncia le sue dimissioni da primo cittadino della città dorica. Da un anno il suo nome circolava in merito ad un'inchiesta della magistratura su un presunto caso di corruzione che riguardava l'acquisto di un'area del porto da parte della società della nettezza urbana di Ancona. Il 3 marzo è la volta della giunta provinciale di Salerno guidata dal democratico Angelo Villani. La direzione distrettuale antimafia punta la lente su ben 21 appalti assegnati dalla giunta. Nei primi giorni di luglio Luca Bianchini, segretario di un circolo del Pd al quartiere Torrino di Roma, viene indagato per alcuni stupri avvenuti nella Capitale. Il candidato alla segreteria del Pd Ignazio Marino sottolinea che nel Pd è necessario affrontare la «questione morale» senza fare finta di nulla. Nel Partito democratico scoppia immediatamente una bufera politica. Ma è Napoli uno degli epicentri della crisi del partito, dove capitano le cose più assurde. Nel novembre del 2007 la procura mette sotto inchiesta mezza giunta comunale (non il sindaco) per l'utilizzo delle auto blu del comune. Nel novembre del 2008 l'assessore alla Protezione civile della giunta comunale di Napoli Giorgio Nugnes viene arrestato il 6 ottobre del 2008 dopo l'inchiesta sulla discarica di Pianura. Qualche settimana dopo, il 29 novembre, l'ex esponente campano del Pd si uccide mentre è agli arresti domiciliari. Il Partito democratico lo aveva espulso. Ma le indagini non si fermano il 18 dicembre finiscono agli arresti due assessori della Giunta Iervolino. Si tratta di Fernando Di Mezza e di Felice Laudario. Il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino resta in carica e forma una nuova giunta.

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