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Testamento biologico, slitta il ddl

Il presidente del Senato, Schifani

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Il ddl Calabrò sul testamento biologico sarà all'esame dell'Aula del Senato dal 19 marzo. A stabilirlo la conferenza dei capigruppo che si è riunita oggi a Palazzo Madama. La discussione generale sul provvedimento inizierà il 19 marzo, mentre il voto sugli emendamenti inizerà il 24 marzo. "Sette giorni sono pochi se vengono utilizzati male, ma spero bastino per raggiungere una soluzione condivisa e per togliere dal tavolo la norma incostituzionale contenuta nell'articolo 2 del ddl Calabrò". Il vice capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda, al temine della conferenza dei capigruppo, esprime l'auspicio che il maggior tempo che è stato assegnato alla commissione Sanità che esamina il testamento biologico possa esser utilizzato per trovare un'intesa soprattutto sul secondo articolo che riguarda la possibilità di sospendere o meno un trattamento. "Se la maggioranza non modificherà questo articolo l'intesa sarà difficile da raggiungere" osserva Zanda.   Secondo Maurizio Gasparri, capogruppo dei senatori Pdl, "è ragionevole pensare che il voto finale sul ddl sul testamento biologico possa avvenire entro fine marzo. Tuttavia un termine non si può ancora decidere, perchè la votazione finale dipenderà dalla discussione in aula. Non sarebbe bene prevedere oggi il voto finale rispetto agli emendamenti". Gasparri ha voluto sottolineare, all'uscita della conferenza dei capigruppo al Senato, che il nuovo calendario dei lavori "è stato deciso all'unanimità ed è un calendario saggio". Quanto alle accuse lanciate ieri dal Pd, Gasparri ha evidenziato come «sia singolare che la maggioranza venga accusata di comprimere il dibattito e ora di volerlo dilatare - ha detto - Abbiamo preso atto che la complessità della discussione suggerisce di lavorare in commissione Sanità, per andare poi in aula con un mandato al relatore e un testo su cui si aprirà la discussione e su cui saranno approvate ulteriori modifiche". Secondo Gasparri, "su un tema così delicato è assolutamente ragionevole - ha aggiunto - che in commissione Sanità si proceda ad una discussione approfondita e una valutazione degli emendamenti. Anche se il 90% degli emendamenti arriva dall'opposizione, riteniamo meritino spazio e che non si tratti di interventi ostruzionistici». Il nuovo calendario risponde a esigenze di «certezza e rapidità dei tempi - ha concluso - e alla possibilità di proseguire in modo non ostruzionistico con la discussione in commissione con tempi certi".

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