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Allarme conti

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Il premier ha spiegato che nella legislazione vigente il rapporto deficit-pil si attesta al 2,5 per cento. «Attenti al deficit», è la parola d'ordine uscita da Palazzo Chigi ieri pomeriggio. Il premier ha spiegato ai governatori che l'esecutivo «ha in programma molti aiuti». A cominciare «dal quoziente familiare che è già una realtà in Francia», dove «chi guadagna 35000 euro l'anno ed ha a carico moglie e tre figli, praticamente non paga l'imposta personale». Ma la premessa per applicare il modello è, ha spiegato Berlusconi a Radio Vaticana, «uno sviluppo positivo dei conti pubblici nei nostri bilanci. E su questo noi siamo impegnati a far sì che si risparmino molti soldi dove le spese sono inutili, ad evitare gli sprechi, a limitare i privilegi, a chiudere delle società che non portano nulla, a operare all'interno della pubblica amministrazione affinché tutti lavorino il giusto e chi non lavora possa essere allontanato», è la strategia a «medio termine» del premier. In Italia, con i primi dati forniti da Berlusconi sul deficit, prendono corpo i numeri «macro» e il percorso legislativo che il ministro dell'Economia Giulio Tremonti dovrà seguire per risanare i conti pubblici Entro giugno dovrebbe già arrivare in Parlamento un decreto che dovrebbe anticipare il percorso e i contenuti della Finanziaria, poi a settembre un nuovo decreto. L'obiettivo è presentare a fine settembre una Finanziaria «asciutta», che servirebbe solo a redistribuire quanto stabilito prima dell'estate. Intanto l'euro prende il volo e punta verso quota 1,56 dollari dopo che il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, ha ventilato la possibilità di una rialzo dei tassi di interesse a luglio. La Banca centrale europea ha lasciato il costo del denaro fermo al 4%, come ampiamente previsto dal mercato, e la valuta europea ha avviato il «rally» solo quando Trichet ha parlato di «aumentata allerta» sull'inflazione, che è stata rivista in deciso rialzo fra il 3,2 e il 3,6% per il 2008, rispetto al 2,9% medio stimato a marzo. A imprimere un'ulteriore accelerazione all'euro è stato poi l'annuncio di una possibile stretta monetaria già il mese prossimo nell'ordine di 25 punti base. La moneta europea si è così spinta fino al massimo di seduta di 1,5563 dollari. Il numero uno della Bce ha anche spiegato che la decisione non è stata unanime e che, durante il Consiglio direttivo, diversi membri hanno sostenuto che un rialzo dei tassi troverebbe giustificazione. Il rendimento implicito dei futures sull'Euribor (il tasso di interesse medio delle transazioni finanziarie in Euro tra le principali banche europee) a settembre è salito di 10 punti base al 5,02%, segno che i giocatori di Borsa puntano con più decisione su una stretta monetaria della Bce.

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