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Decreto fiscale, il governo chiede la fiducia alla Camera

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Rispetto al decreto che aveva ottenuto il via libera dal Senato, quindi, torna a 150 euro il bonus incapienti, viene inserita una nuova copertura per i fonti da destinare ai talassemici danneggiati da trasfusioni infette, viene ripristinata una norma sui biocarburanti mentre lo stanziamento previsto per le vittime del terrorismo e del dovere viene riportato al testo originario. Per Palazzo Chigi «non c'erano alternative alla fiducia sul dl fiscale per poter avere la conversione in legge in tempo utile. Non è stato possibile fare diversamente». Ma l'opposizione attacca l'esecutivo e annuncia ostruzionismo sul testo. «Noi come Forza Italia - spiega il vicecapogruppo Antonio Leone - ci siamo dichiarati disponibili a ridurre gli emendamenti da 150 a 38-40. Anche gli altri gruppi erano disponibili. C'era la nostra disponibilità a ridurre gli emendamenti a un centinaio. Se si spaventano di 100 emendamenti vadano a casa perché non sono in grado di governare. Noi vogliamo parlare e discutere in Aula, ma ci dicono che i tempi vengono dettati dal Senato, dove il dl deve tornare martedì prossimo per l'approvazione definitiva». Con quella chiesta ieri il governo tocca quota 22 voti di fiducia dall'inizione della legislatura. Nelle occasioni precedenti diciassette sono state le richieste di fiducia su singoli provvedimenti (9 alla Camera e 8 al Senato), mentre quattro sono state le votazioni politiche.

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