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La Croce rossa assolve i carcerieri Usa

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In quelle prigioni ci sono state deviazioni, ma il comportamento generale dei militari «è rispettoso»

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Il comportamento abusivo delle guardie, qualora riscontrato e riportato ai loro superiori, era solitamente ammonito e disciplinato immediatamente». Queste parole non sono contenute in un dossier della Cia. Non le ha scritte nemmeno un membro o un funzionario del governo di George W. Bush. Questo giudizio generale è tratto dal «Rapporto del Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr) sul trattamento da parte delle Forze della Coalizione dei prigionieri di guerra in Iraq». Porta la data del mese di febbraio 2004. Ed è ben noto ai lettori italiani, inglesi, americani, arabi e di mezzo mondo. Perché è lo stesso rapporto che solo tre giorni fa sulla stampa veniva utilizzato come prova regina sulle complicità dei governi di Stati Uniti, Gran Bretagna e Italia nelle torture in Iraq. La prova che tutti sapevano, e sapevano tutto. Solo che quel documento, di cui sono state fornite frettolose anticipazioni, dice l'esatto contrario. Racconta sì, numerosi (e orribili) casi di abuso sui prigionieri iracheni. Specifica che gran parte delle violenze venute alla luce riguardavano la fase di pre-detenzione, gli arresti e i primi interrogatori. Elenca casi gravi, qualche decina su migliaia di prigionieri visitati. Ma aggiunge (e questo era stato omesso dalle cronache) che la stessa Croce Rossa Internazionale ha segnalato le violenze ai comandanti militari della coalizione o ai responsabili della gestione delle prigioni, e che subito dopo in gran parte dei casi sono stati presi adeguati provvedimenti. Lo scandalo delle torture c'è, e tutto il disgusto che lo ha accompagnato nel mondo è pienamente giustificato. Ma ormai è chiaro che parallelamente va in scena un altro scandalo, non meno grave: quello dell'informazione. Pur dilungandosi sulla parte centrale del rapporto che narra gli abusi e le torture riscontrate durante le ispezioni nelle carceri irachene, la divulgazione ha omesso nei giorni scorsi tutte le parti di giudizio generale. Che, come si può leggere negli stralci che riportiamo qui sotto in pagina, riconoscono ai vertici militari americani una gestione delle prigioni irachene in linea con i trattati internazionali e la Convenzione di Ginevra. Le ispezioni della Croce Rossa internazionale alle carceri irachene sono durate molti mesi, e sempre avvenute con il nulla osta delle Forze di coalizione. Sono stati interrogati i prigionieri, i loro familiari, medici militari e iracheni. Si è scoperto che le principali violazioni avvenivano durante le procedure di interrogatorio di prigionieri ritenuti terroristi, e che queste violazioni avvenivano in gran parte ad opera dell'intelligence americano. Altri abusi sono stati compiuti dalla polizia irachena anche su persone del tutto innocenti. Che venivano taglieggiate per non essere denunciate con false accuse alle Forze della coalizione. Negli interrogatori sono emerse poi altre notizie del passato, risalenti alla gestione della giustizia da parte di Saddam Hussein. Notizie per altro ben note in Occidente grazie ai rapporti annuali di Amnesty International. Purtroppo alla tortura la popolazione irachena è da anni abituata. Nel solo carcere di Abu Ghraib fra il 1998 e il 2002 sono morti per torture almeno 250 prigionieri. I casi di violenza accertati sono stati superiori al migliaio. Cifre simili sono state riscontrate in quasi tutte le altre prigioni del paese.

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