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Lasciateli governare

Di Maio e Salvini al Colle col nome di Conte. Mattarella frena e chiama Fico e Casellati. L'Europa attacca, lo spread sale. Piaccia o no, hanno vinto loro: adesso devono provarci

Marcello Veneziani
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Gli ultimi saranno i premier. E alla fine arrivò il Conte e se lo divisero alla romana, il milanese e il napoletano. Il governo, ci ha detto Di Maio, avrà un solo presidente, una sola guida: il libretto d'istruzioni di quaranta pagine detto in gergo contratto. Il presidente sarà solo un esecutore, un cursore, e ai suoi fianchi, come due guardie reali col detenuto, vigileranno i due leader. Potrei dire mille cose sulla procedura, sul programma, sui costi, sull'alleanza; ma stavolta, giuro, mi ricaccerò in gola tutto quello che penso e che ho detto nei giorni scorsi quando era ancora un'ipotesi in fieri. Stavolta parto da un fatto: il governo c'è, il programma c'è, l'alleanza ha retto almeno prima del decollo. Ma soprattutto una cosa: il governo ha il consenso preliminare della maggioranza degli italiani. Ha i numeri in parlamento, i sondaggi favorevoli all'intesa e unisce le due forze vincenti nell'ultima tornata elettorale. Dunque, la condizione preliminare c'è, il popolo sovrano, il verdetto delle urne, la legittimità. E che quel verdetto diverga dal parere dell'establishment, dei potentati europei e interni, è una prova in più e non certo a sfavore del governo che si va formando. Mi auguro che Mattarella... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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