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Goliardia, provocazioni e vecchi scherzetti

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Un po' di chiarezza, pochi punti per spiegare che cosa è successo domenica La Roma ha vinto con merito il derby, è più forte, ha un budget superiore alla Lazio, è più smaliziata, ha saputo sfruttare il suicidio della Lazio: complimenti a chi ha trionfato. La premessa era d'obbligo poi veniamo alla solita lezione di morale e invito tutti a cogliere la differenza: un tifoso laziale (messaggio assolutamente da condannare anche se aveva connotati cittadini e non di altro tipo), parla di guerra etnica a Formello e subito parte la macchina mediatica giallorossa, indagini della Digos, Daspo etc... Poi due giorni dopo la Roma si allena a Trigoria e viene esposto un messaggio di pace e non accade nulla così come per i cori di lunedì. Due pesi e due misure. Continuiamo: Totti scrive sulla maglietta ed è goliardia, nessun riferimento alle pughe mussoliniane. Di Canio esulta sotto la Sud e diventa un provocatore razzista fascista. Due pesi e due misure. Ma il giustificazionismo ad orologeria arriva per la lavatrice Strootman che fa semplicemente una stupidaggine grande come quella di Wallace in campo. Tira l'acqua a un avversario in difficoltà (bella sportività), non Djordjevic, De Vrij e Bastos, alti quanto lui, ma Cataldi, il giovane. Poi simula di essere stato preso a cazzotti da Tyson. Questa è la verità, poi io personalmente spero che la squalifica gli venga tolta perché il codice sportivo non può punire il gesto vergognoso dell'acqua che avrebbe permesso alla Lazio, se visto, di giocare l'ultima mezzora in 11 contro 10 con un gol da recupere. Difficile credere a un epilogo differente ma è comunque un colpo di fortuna per la Roma. Ora poi si vuole pure far passare Cataldi per un presunto provocatore dopo un calcetto al fuscello Rudiger che avrebbe scatenato la rissa. A parte che se è così non c'è prova televisiva (l'atto non è violento, guarda caso lo stesso cavillo che non ha permesso al giudice sportivo di punire Strootman con l'acqua), però far passare per Cataldi come un provocatore picchiatore conferma la tesi: due pesi e due misure. La provocazione vale solo da una parte. Infine Lulic. Credo che i laziali non accettino lezione di morale. Ognuno ha i propri sceletri nell'armadio però Spalletti che in conferenza stampa il 16 gennaio dice di De Rossi: . Niente prova tv, tutto ok, non è razzismo, ci sta in campo. Però l'allenatore dovrebbe consigliare al suo giocatore di non dire certe cose, non di farlo di nascosto. Tant'è, due pesi e due misure. Lulic sbaglia ma lo bosniaco cresciuto a Mostar tra bombe e guerre etniche vere, deve essere lapidato per confermare il teorema: laziali brutti fascisti razzisti cattivi. Romanisti santi, vessati, parte lesa sempre e comunque.

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