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Miglior difesa e super attacco le due facce del calcio romano

Tiziano Carmellini
Tiziano Carmellini

Perché lo sport, come la vita, si può vedere e quindi raccontare anche da un'altra prospettiva

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Roma va e non sembra intenzionata a fermarsi. La Capitale devastata da scandali e malcostume, da una politica scellerata, dal magna magna atavico che ne ha incancrenito storia e passioni, sta avendo il suo riscatto nel calcio: quello giocato s'intende (almeno quello). Al terzo successo per uno a zero di una Roma che con Torino, Crotone e Bologna ha ripreso a viaggiare sui suoi ritmi consueti, si aggiunge nel match del tramezzino di ieri la facile replica laziale. Avversario inesistente come solo quel Benevento, unico ancora a quota zero, sa essere: cinque a uno senza storia. Ma i numeri dicono qualcosa di più e mettono la Lazio al secondo posto della classifica offensiva (oltre a quella generale aspettando l'Inter che gioca stasera) di questa serie A mai come quest'anno spaccata a metà. Solo il Napoli capolista ha fatto meglio in quanto a gol e per una squadra partita con l'obiettivo Europa e che aveva nella qualificazione in Champions il suo «scudetto», essere seconda in classifica dopo undici giornate non è cosa da poco. E per niente casuale visto che questa Lazio gioca e continua a vincere: l'ottavo successo consecutivo (sesto in campionato) non lascia spazio a interpretazioni, al quale va aggiunto un cammino in Europa League finora perfetto. Squadra offensiva che pensa solo a segnare, diametralmente opposta a quella dell'altra sponda del Tevere che fatica a far tanti gol, ma ne incassa pochissimi. Di Francesco & Co. viaggiano con la miglior difesa del campionato (hanno incassato reti solo in tre partite di campionato) pur avendo subìto li dietro una vera e propria epidemia di infortuni tra crociati, problemi muscolari e ricadute di vario tipo. Insomma, ai giallorossi serve solo un po' di concretezza in più lì davanti a partire già da domani sera quando all'Olimpico arriverà il Chelsea: uscirne a testa alta è l'obiettivo minimo di Di Francesco che inizia a rivedersi in questa Roma. Ed è un bel segnale per il futuro.

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