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L'insostenibile impazienza dei laziali

Poca fiducia nell'operato di una società che ha sempre costruito buone squadre nelle ulitme stagioni

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Sono settantadue ore che la Lazio ha venduto ufficialmente  Felipe Anderson incassando 38 milioni (plusvalenza di quasi 30 milioni) eppure è già partito il de profundis per il club biancoceleste, L'ambiente laziale, malato di tafazismo cosmico, non riesce a reggere la partenza del talento brasiliano (peraltro molto contestato quando giocava) e si interroga sul futuro dove si addenserebbero solo ombre e goffi tentativi di nascondere una gestione anonima. L'impazienza, da sempre cattiva consigliera, è un caposaldo del pensiero dei tifosi biancocelesti che non si fidano dell'operato di una società che pure nelle ultime stagioni ha cambiato marcia mostrando evidenti segnali di crescita. Gli acquisti sono tutti criticabili, le cessioni solo per incassare soldi e allora il presidente tirchio non rinforzerà la squadra e la Champions resterà sempre un sogno solo sfiorato. La realtà è ben diversa, si lavora sotto traccia, entro pochi giorni arriveranno gli ultimi rinforzi richiesti da Inzaghi, Tare piazzerà i soliti colpi e la Lazio lotterà per i primi posti come ha fatto nella passata stagione. Se solo i tifosi regalassero carezze e amore verso gli amati colori sarebbe tutto più facile ma forse non sarebbe la Lazio.

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