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Montepaschi manda a casa 2900 lavoratori e chiude 500 filiali

Mps

Filippo Caleri
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Siena tenta di uscire dall'impasse nella quale la sua principale banca si è trovata negli ultimi anni. Il cda di Banca Monte dei Paschi ha, infatti, approvato ieri la convocazione dell'assemblea ordinaria e straordinaria per il via libera necessario a un'operazione che dovrebbe mettere in sicurezza i conti dell'istituto. Un salvataggio basato su due su due pilastri: il distacco dei crediti in sofferenza dal bilancio (il cosiddetto deconsolidamento) per un importo di 27,6 miliardi, seguita da una ricapitalizzazione della banca fino a 5 miliardi da attuare entro la fine dell'anno. Il passaggio dei crediti in sofferenza prevede che il portafoglio venga trasferito a un veicolo di cartolarizzazione (Sec.Co) di diritto italiano a un prezzo di circa 9,1 miliardi (ovvero il 33% del valore lordo). Fin qui la parte finanziaria. Ma il piano prevede sacrifici anche per il personale. Sono infatti previsti 2900 esuberi e la chiusura di circa 500 filiali in tutta Italia. Il personale passerà dai 25.200 dipendenti totali di oggi ai 22.600 del 2019. Delle 2.900 uscite però 450 deriveranno dal turnover naturale e 2.450 dall'attivazione del fondo di solidarietà. Le nuove assunzioni saranno circa 300 in arco piano. «Sarà ridotto il numero delle aree commerciali e delle filiali», ha spiegato l'ad Morelli, che, passeranno da 2mila a 1.500. 

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