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La Lazio è nata nel 1900. Ecco tutte le carte

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Luigi Salomone
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Avete presente il marito che torna a casa dalla moglie dopo averle messo le corna e dice: «Cara ti hanno visto che passeggiavi con con uno fuori dalla scuola dei bambini.. chi era?». Ecco, immaginatevi dei romanisti avvelenati per la triste scoperta che, oltre alla nascita ritardata grazie a una megafusione, sono stati subito ripescati perché avrebbero dovuto giocare in B nel 1927. E loro che fanno? Non avendo carte e documenti per rispondere spostano l'obiettivo, la classica operazione di disturbo. Non avendo storia, provano a occuparsi di quella degli altri, della Lazio, la più antica squadra della Capitale, quella che ha portato il pallone a Roma. Tentativo maldestro, fallito sul nascere, smontato come al solito con carte inoppugnabili. Purtroppo è così, non ci sono discussioni e, visto che gli storici biancocelesti, proprio come i tifosi, sono diversi da quelli della Roma ottenebrati dal loro egocentrismo cosmico tanto da fare un'intervista al cavallo Varenne per farlo deventare giallorosso, ecco nelle prossime righe raccontanti i primi anni della Lazio. Prendete carta e penna, provate a non essere offuscati dalle vostre origini teramane, state per entrare nella storia dei primi anni del 1900 nella Capitale quando si cominciava a giocare a pallone grazie alla banda Bigiarelli. Ci si può anche rifiutare di accettare l'evidenza, ma resta il fatto che la lettera del Prefetto, gli articoli dei giornali dell'epoca e le parole dello stesso Foschi hanno lasciato un segno indelebile. Su questo non v'è più dubbio, a giudicare dalle reazioni scomposte e un po' violente anche se fondate sul nulla. Una premessa però è d'obbligo. È comprensibile che il romanista abbia da sempre enormi difficoltà a comprendere la storia della Lazio, perché quest'ultima è nata spontaneamente, affermandosi come punto di riferimento sportivo, ma anche sociale e culturale della Capitale, superando mille difficoltà ma essendo sempre presente, fino ad oggi, con le sue 65 sezioni sportive, che non hanno eguali in Europa e nel mondo. Si può cercare di mistificare la storia della Lazio, salvo poi essere inchiodati da migliaia di documenti recati data certa. Per anni molti si sono divertiti a chiamare il laziale burino, ma la realtà provata è che la Lazio è nata a Roma, in Piazza della Libertà, fondata da nove romani, mentre altri, ancora alla ricerca di una data di nascita, hanno come certezze quella di essere stati fusi d'imperio da un signore nato a Corropoli, in provincia di Teramo. Pensate alla tristezza delle tifoserie coinvolte nella fusione, che un giorno si sono risvegliate senza la loro squadra, i loro colori, i loro simboli. Pensate cosa potrebbe succedere se i tifosi di Chelsea, Arsenal e West Ham scoprissero di dover improvvisamente tifare per un ipotetico «London», senza avere la possibilità di scegliere. Come disse qualcuno, «La Lazio è altro. La Lazio non proviene da: la Lazio è. Prima è nata la Lazio: i tifosi sono venuti dopo. Per gli altri c'erano i tifosi e gli è stata data una squadra da tifare». Ciò detto, lungi da noi sottrarsi alla goliardia cittadina. Replicare è d'obbligo, ma fornire i documenti anche. È vero ed incontestabile che la Lazio nacque con il nome di Società Podistica, ma è altrettanto vero che praticava ab origine anche il nuoto e la pallanuoto. Dunque la vocazione polisportiva - in verità aspirazione anche della A.S. Roma mai concretizzata - accompagnò i biancocelesti fin dall'inizio. Ma veniamo al calcio. Non corrisponde assolutamente al vero che «sulle origini della Lazio si sono scritte pagine e pagine di ricostruzioni, nomi, sedi, eventi, eppure nessuno è mai riuscito a stabilire con precisione quando la società biancoceleste ha avviato la sua attività calcistica». Non è vero che non esiste alcuna prova documentata dell'avvio dell'attività calcistica. I soci della Lazio iniziarono a praticare il calcio un anno dopo la fondazione (come raccontato da Sante Ancherani, primo capitano e centravanti) e disputarono la loro prima partita ufficiale il 27 gennaio 1901, nell'ambito della manifestazione denominata Ludi Sportivi, come documentato da almeno un paio di giornali dell'epoca, tra cui «L'Italia-Sport». L'attività calcistica della Lazio proseguì ininterrottamente, a differenza di quella di altre squadre, tanto che ad un certo punto i biancocelesti trovarono difficoltà a trovare avversari e crearono più squadre per disputare partite interne: in pratica erano costretti a giocare tra loro. Nel 1903, alcuni ex soci laziali fondarono il Club Sportivo Virtus e dopo alcune partite di allenamento, fu disputato quello che viene considerato il primo derby della Capitale, il 15 maggio 1904, vinto dalla Lazio per 3-0 con tripletta di Sante Ancherani. Ad un certo punto, anche il Virtus, a causa della superiorità dei biancocelesti, si rifiutò di giocare contro la Lazio, tanto che quest'ultima si vide costretta a pubblicare un annuncio su «Il Messaggero» per trovare avversari da affrontare. Un'ultima precisazione: la Società Ginnastica Roma non era un club calcistico (come erroneamente riportato), nacque nel 1890 (e non nel 1895) e i suoi soci probabilmente praticarono anche il calcio ginnastico. La società esiste ancora oggi e ha sede (per chi non lo sapesse) in Viale del Muro Torto 5.

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