ULTRAS E POLEMICHE
17 Ottobre 2016
La speranza è che sia finalmente finita. Lo è sicuramente per l'Inter che ha deciso di "punire", ma non troppo, Mauro Icardi. La vicenda è quella nota dello scontro tra il capitano nerazzurro e i tifosi della Curva Nord. Maurito ha raccontato nella sua autobiografia un episodio accaduto nel 2015 dopo Sassuolo-Inter. L'attaccante lanciò una maglietta ad un baby tifoso e gli venne strappata da un ultras. Icardi iniziò a litigare con il tifoso ma la società lo mise in guardia. Lui allora replicò: "Sono pronto ad affrontarli uno ad uno. Forse non sanno che sono cresciuto in uno dei quartieri sudamericani con il più alto tasso di criminalità e di morti ammazzati per strada. Quanti sono cinquanta, cento, duecento? Va bene, registra il mio messaggio e faglielo sentire: porto cento criminali dall'Argentina che li ammazzano lì sul posto, poi vediamo".
Parole che la Nord non ha gradito iniziando una contestazione che è terminata con uno striscione di "velate minacce" attaccato sotto caso del giocatore.
Oggi l'Inter ha provato a risolvere la questione. I dirigenti hanno incontrato il giocatore e, al termine, hanno diramato una nota: "Si comunica che per il capitano nerazzurro sarà applicata la sanzione prevista per aver violato il Regolamento Interno del Club, sottoscritto da ogni giocatore". Quindi nessun ritiro della fascia di capitano. E anche Icardi ha chiesto scusa: "In questi due giorni ho vissuto una parentesi triste della mia storia nerazzurra. Ma in una famiglia - e mi hanno sempre insegnato che l'Inter prima di tutto è una grande famiglia - i momenti difficili o le incomprensioni possono capitare. Tutto nasce da una pagina del mio libro, che probabilmente è stata buttata giù troppo d'istinto. Una pagina dove alcuni toni sono inappropriati e sono davvero dispiaciuto che ci siano andati di mezzo proprio i tifosi dell'Inter. Questo ha offeso tanta gente, ma bisogna guardare sempre avanti e, se si può, fare di tutto perché le cose tornino al proprio posto. Per questo mi scuso e mi impegnerò perché queste pagine non ci siano più, in modo che nessuno possa sentirsi offeso, tradito e minacciato".
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