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Congedo parentale e voucher baby sitter Ecco le misure che rischiano di saltare con la Manovra

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La certezza ancora non c'è, ma la Manovra che il governo si appresta ad approvare, potrebbe segnare la fine di molte agevolazioni a sostegno di neomamme e neopapà. Una vera propria tagliola che, a dire il vero, è stata favorita anche dalla scarsa informazione e dallo scarso utilizzo che i genitori hanno fatto degli strumenti a loro disposizione. Ma andiamo per ordine. Congedo di paternità Nel 2016, per la prima volta, i neopapà hanno avuto a disposizione due giorni di congedo obbligatori (più due facoltativi, tutti con il riconoscimento del 100% della retribuzione ndr). Fino al 2015, infatti, i lavoratori dipendenti, in occasione della nascita del figlio o in caso di affidamento o adozione, potevano, entro il 5° mese di vita del bambino, usufruire di un solo giorno. Purtroppo la novità, a quanto sembra, sarebbe stata poco utilizzata. E così l'esecutivo avrebbe pensato di tornare al passato.  Voucher baby sitting  Anche qui il problema è molto simile. La misura, introdotta nel 2012 dal ministro Fornero ed estesa grazie alla Legge di Stabilità 2016, prevede un contributo di 600 euro al mese, per 11 mesi l'anno, da spendere per servizi di baby sitter o di asilo (sia privato che pubblico). All'inizio in pochi ne hanno usufruito. Nel 2016 c'è stato un vero e proprio boom e l'Inps, a fine luglio, ha informato mamme e papà di aver terminato i 20 milioni a disposizione per quest'anno e di non poter accettare più altre domande. Che si fa ora? Una soluzione potrebbe essere quella di rifinanziare la misura con la nuova legge di Stabilità e, magari, stabilizzarla. Ma in tempi di "vacche magre" l'impresa appare impossibile. Ma a fronte di misure che rischiano di saltare, altre potrebbero essere messa in campo. Nella Manovra dovrebbero infatti trovare spazio sia il "premio future mamme" (800 euro, che le coppie potrebbero ricevere mentre aspettano un figlio, da destinare alle prime spese e alla diagnostica) che buono nido (1.000 euro l'anno per i bambini da zero a tre anni per tutte le famiglie, indipendentemente dal reddito). Due interventi che affiancherebbero il rinnovo del bonus bebé, che già prevede 80 euro al mese per i bambini da zero a tre anni ma riguarda solo chi ha un basso reddito.

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