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Un esercito di hacker e sviluppatori per la rivoluzione digitale del Paese

All'Hack.Developers i progetti di 800 giovani. Andrea Benedetti di Microsoft: "La nostra sfida per modernizzare la P.A."

Alessandro Perrone
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Rendere la pubblica amministrazione più moderna, flessibile ed efficiente, un'impresa monumentale che diventa possibile grazie all'aiuto della tecnologia e di qualche hacker volenteroso. Ci hanno provato 800 sviluppatori in 25 città italiane che fra il 7 e l'8 ottobre hanno partecipato ad Hack.Developers, un hackathon organizzato dal Team per la Trasformazione Digitale, con la collaborazione di un gruppo di sviluppatori presente anche a San Francisco, negli Stati Uniti. Una maratona di 48 ore in cui 116 team hanno sviluppato 96 progetti, alcuni definitivi altri solo abbozzati, completando le sfide proposte per migliorare il "sistema operativo" del Paese. A sostegno dell'operazione diverse aziende del mondo della tecnologia, da Cisco a IBM fino a Microsoft. Da Andrea Benedetti, evangelist di Microsoft Italia che ha supportato gli sviluppatori durante l'evento, ci siamo fatti raccontare com'è andata. Benedetti, com'è nata l'iniziativa? "Tutto è iniziato qualche mese fa, quando il Team per la Trasformazione Digitale guidato da Diego Piacentini ha chiamato alle armi gli sviluppatori in giro per l'Italia. Si è deciso di organizzare un hackathon stabilendo le sfide da superare per migliorare le applicazioni che sono lo scheletro della pubblica amministrazione. Come Microsoft Italia abbiamo accettato immediatamente di far parte del gruppo di sviluppatori e mentor, non per dare una spinta, ma far fare un salto triplo in avanti a questo Paese". Qual è stato il ruolo di Microsoft? "Abbiamo supportato l'iniziativa in diversi modi. Il nostro ruolo è stato di mentorship, cioè abbiamo messo professionisti Microsoft a disposizione degli sviluppatori, ma abbiamo fornito anche la nostra tecnologia open source Visual Studio Code e degli Azure Pass per tutti i team, che hanno così potuto sfruttare il nostro cloud. Una bella collaborazione comune". Anche fra le diverse aziende presenti? "Come mi piace ricordare, io avevo una felpa blu con scritto Microsoft, ma c'era chi indossava magliette IBM, chi il cappello di Red Hat. Il clima era spensierato, non c'era competizione ma consapevolezza di essere lì per dare una mano. Il mio sogno è che qualcuno nei palazzi di Roma abbia notato gli 800 ragazzi chiusi in un giorno di sole a lavorare per il Paese". Quale aspetto cerca di migliorare il progetto vincitore a Roma? "Il progetto più votato a Roma è stato quello proposto da un team formato da Nicolò Carandini e Antimo Musone. In pratica è un SDK (kit di sviluppo software) che permette l'autenticazione sul sistema SPID, l'identità digitale nella PA. Ora chiunque può prendere la libreria Software, modificarla e inglobarla in un sito web o in un'applicazione, per fare interoperabilità da qualsiasi sistema. Tutto il codice software di tutti i progetti è disponibile online su GitHub, a disposizione di chiunque voglia utilizzarlo". Avete già alcuni riscontri concreti? "La prova che l'iniziativa è servita l'abbiamo avuta la sera stessa della chiusura dell'evento, quando su Facebook abbiamo comunicato che il vincitore della maratona romana era un progetto che riguardava l'identità digitale. In tre o quattro hanno subito chiesto il codice sorgente". Il prossimo passo? "Il lavoro fatto durante la maratona è solo l'inizio. Il 16 ottobre verranno annunciati i due progetti migliori secondo il Team per la Trasformazione Digitale, ma già da subito si possono scaricare i progetti per utilizzarli o migliorarli. Siamo partiti ora bisogna continuare a lavorare per dare una 'svecchiata' a questo nostro Paese".

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