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Ecco la mozzarella come non l'avete mai assaggiata

Paolo Zappitelli
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Saranno per due giorni fianco fianco in un autentico parterre de roi: da Heinz Beck a Corrado Assenza, da Salvatore Tassa a Mauro Colagreco, con gli altri 50 migliori chef talentuosi italiani.  Tutti insieme per mettere la loro creatività al servizio della manifestazione "Le strade della mozzarella", in programma a Paestum il 23 e 24 maggio.  E saranno proprio loro, insieme agli esponenti in ascesa dei movimenti gastronomici di altri Paesi - Tuschia, Svezia, Austria, Portogallo tra gli altri - i protagonisti degli spazi dedicati ai prodotti di eccellenza della Penisola.Tra questi, all'interno del Taste Club, i cosiddetti Atelier, dove si svolgeranno focus specifici su pasta secca e pasta fresca, pomodoro, formaggi, olio, aceto, birra e caffè. In primo piano, inoltre, il mondo vegetale. Ruolo di rilievo, come sempre, spetta infine alla Mozzarella di Bufala Campana DOP, "musa ispiratrice" della manifestazione che si propone proprio di far conoscere uno dei migliori prodotti della tradizione gastronomica del sud Italia. "Al centro del dibattito – sottolineano Barbara Guerra e Albert Sapere, ideatori e curatori di LSDM- ci sarà il tema Eatwell and stay well. I relatori dovranno quindi attualizzare gli studi sulla Dieta Mediterranea fatti nel dopoguerra, proprio in Cilento, dal fisiatra americano Ancel Keys. Come indicato nel nostro Manifesto, il cuoco moderno deve dimostrare un'elevata sensibilità alimentare e ambientale, sapendo conciliare il gusto con il benessere e la sostenibilità. Tecnica e conoscenza dunque al servizio delle esigenze del mondo attuale, anche alla luce della mediaticità e del ruolo sociale che riveste ormai la figura dello chef. Ciò ci sembra inoltre perfettamente in linea con la proclamazione, fatta dalle istituzioni, del 2018 Anno nazionale del cibo italiano". Ecco i 10 punti del Manifesto del cuoco moderno: Proporre frutta e verdura, sia nella parte salata che in quella dolce, rispettando la stagionalità degli ingredienti; Preferire l'olio extravergine d'oliva come grasso principale; Non far mancare la pasta secca, segno distintivo dell'italianità nel mondo; Utilizzare sempre di più le proteine vegetali – come i legumi – contribuendo al recupero delle varietà tradizionali presenti largamente in tutta Italia; Preferire i prodotti da agricoltura e allevamenti sostenibili scegliendo tra quelli provenienti da filiera trasparente; Valorizzare i piccoli artigiani locali, avendo però cura di preferire sempre il chilometro buono al chilometro zero; Rispettare la territorialità e le tradizioni gastronomiche locali; Porre attenzione ai disturbi alimentari dei propri ospiti e, in generale, proporre piatti equilibrati dal punto di vista nutrizionale; Usare la tecnologia in cucina, non come fine, ma come strumento per migliorare le tradizioni; Aprirsi al confronto con i colleghi a livello internazionale e favorire le contaminazioni interdisciplinari.

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