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Usa, sparatoria in liceo del Maryland. Feriti tra gli studenti

Foto Twitter

Carlo Antini
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Nuova sparatoria in una scuola americana, dopo la strage del 14 febbraio in Florida in cui morirono 17 persone e mentre sabato si terrà la marcia nazionale organizzata dagli studenti per chiedere più controllo sulle armi da fuoco. Un liceale, che non è stato identificato, ha aperto il fuoco ed è poi morto a seguito dello scontro a fuoco con una guardia di sicurezza, ha spiegato Tim Cameron, sceriffo della contea di St. Mary's, in Maryland. Due studenti sono rimasti feriti, sono stati portati in ospedale dove uno è in gravi condizioni. I primi spari sono stati sentiti nella Great Mills High School poco prima delle 8 locali (le 13 italiane), mentre mancavano pochi minuti all'inizio delle lezioni. Le autorità hanno dato notizia della sparatoria e del loro intervento e la scuola è stata posta in lockdown, mentre a genitori e personale è stato chiesto di non avvicinarsi. Poco dopo le autorità hanno poi dato notizia che la situazione era «sotto controllo». In seguito, hanno precisato che non è confermato se l'assalitore sia stato colpito dall'agente della sicurezza, o se si sia suicidato. La sparatoria si è verificata cinque settimane dopo quella di Parkland, dove erano state uccise 17 persone da un 19enne armato di fucile d'assalto. Secondo Cnn, nelle prime 11 settimane del 2018 ci sono state 17 sparatorie nelle scuole americane in cui ci siano stati morti o feriti: significa 1,5 sparatorie ogni settimana. Gli studenti della scuola della Florida teatro della strage hanno lanciato una campagna per chiedere più controllo sulle armi da fuoco a livello nazionale, dopo che subito dopo i fatti avevano incontrato politici a livello statale e federale, tra cui anche il presidente Donald Trump. Per sabato 24 marzo hanno organizzato la 'Marcia per le nostre vitè (March For Our Lives), che secondo le previsioni porterà manifestazioni di massa nelle strade di varie città americane. L'evento principale si terrà a Washington, a pochi passi dal Campidoglio e dalla Casa Bianca. «Siamo qui per voi, studenti di Great Mills. Insieme possiamo fare in modo che questo non accada mai più», ha scritto su Twitter Emma Gonzalez, studentessa sopravvissuta al massacro della scuola Stoneman Douglas di Parkland che con il suo discorso contro le armi è diventata uno dei simboli del movimento studentesco di pressione. La ragazza ha denunciato i legami dei politici e di Trump con la National rifle association (Nra), la lobby americana delle armi, e il video del suo intervento in una manifestazione a Fort Lauderdale ha fatto il giro del mondo: «A tutti i politici che hanno ricevuto donazioni dall'Nra dico: vergognati», vi urla. Dalla sparatoria della Florida, poco è però cambiato nelle politiche federali. A livello locale, la Florida ha approvato la prima legge che rende più severo il controllo sulle armi nello Stato, scontrandosi con l'opposizione dell'Nra, e che consente di armare i professori (come aveva tra l'altro proposto Trump). Inoltre, varie compagnie private hanno fatto pressione con azioni concrete: tra esse le catene di retail Walmart e Dick's Sporting Goods, la prima smettendo di vendere armi da fuoco e munizioni agli under-21, la seconda bloccando la vendita di armi d'assalto. Altre compagnie, tra cui assicurazioni e catene d'affitto auto, hanno invece cancellato le promozioni a favore dei soci dell'Nra, che conta oltre 5 milioni di iscritti.

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