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Trump perde un altro pezzo e attacca le "gole profonde": saranno catturate

Davide Di Santo
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L'amministrazione Trump perde un altro pezzo. A meno di un mese dall'insediamento, il presidente degli Stati Uniti deve incassare il ritiro del segretario al Lavoro che aveva designato: Andrew Puzder, imprenditore della ristorazione che ha lasciato prima della conferma della nomina anche perché non c'era il consenso necessario per il via libera del Senato: secondo Il Washington Post almeno 12 senatori repubblicani non avrebbero votato per lui. Nulla in confronto al terremoto per le dimissioni del segretario per la Sicurezza nazionale Michael Flynn, il cui caso tiene ancora banco. Secondo quanto rivelato dal Wall Street Journal il personale delle agenzie d'intelligence americane non avrebbe rivelato informazioni sensibili al presidente Donald Trump, nel timore che esse possano essere oggetto di fughe di notizie o che vengano compromesse. Ciò "evidenzia la profonda sfiducia che si è sviluppata fra la comunità dell'intelligence e l'amministrazione", sottolinea il quotidiano economico.  L'ufficio del direttore del National Intelligence, che coordina tutte le agenzie di servizi segreti americani, ha smentito che siano mai state il qualche modo "censurate" informazioni riferite al presidente, ma la ferita è aperta. La frizione è dovuta al fatto che su una serie di dossier, come l'accordo sul nucleare iraniano, l'utilità della permanenenza Nato, le strategie nella lotta al terrorismo islamico, per non parlare del rapporto con la Russia e con Vladimir Putin, molte delle analisi e delle informazioni prodotte dall'intelligence americana contraddicono le posizioni politiche della nuova amministrazione. Un clima avvelenato in cui Donald Trump avrebbe deciso di affidare al finanziere miliardario newyorkese Stephen Feinberg un'ampia revisione dell'attività delle agenzie di intelligence. La mossa, rivelata dal New York Times, che starebbe provocando una fiera resistenza da parte dei vertici dell'intelligence community, che temono che la mossa voglia essere una sorta di commissariamento con conseguente perdita di indipendenza nell'attività di raccolta di informazioni. Una guerra intestina che ha spinto Trump a scagliarsi ancora contro fughe di notizie e il New York Times in particolare. "Le fughe di notizie, anche fughe illegali di notizie riservate, sono state per anni un grande problema di Washington. Il fallito New York Times (e altri) devono scusarsi", ha twittato il presidente americano alle prime ore del mattino. Dopo è arrivato un secondo messaggio: "I riflettori sono finalmente puntati sulla teppaglia delle gole profonde. Saranno catturati!". 

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