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La sfida di Marine Le Pen: "Con me la Francia fuori da Ue e Nato"

La leader del Front National Marine Le Pen

Silvia Sfregola
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La leader del Front National, Marine Le Pen, lancia la sua campagna elettorale, e lo fa con una rumorosa promessa: se sarà eletta presidente, entro sei mesi convocherà un referendum per l'uscita della Francia dall'Unione europea. L'annuncio è arrivato nel comizio di chiusura della due giorni di convention di Lione, dove la leader dell'estrema destra ha anche annunciato l'uscita dal comando integrato della Nato e dall'euro per ripristinare il franco (e dove ha elogiato il presidente americano Donald Trump). "In cinque anni rimetterò la Francia in ordine", ha promesso Le Pen, presentando il suo programma di 144 punti. In parallelo, Parigi oggi è stata teatro dell'investitura del vincitore delle primarie socialiste Benoit Hamon, mentre ha scelto un doppio comizio Lione-Parigi con l'aiuto di un ologramma il leader della sinistra radicale, Jean-Luc Melenchon. Ieri aveva lanciato la sua campagna, sempre a Lione, Emmanuel Macron, leader del movimento En Marche!, che secondo i sondaggi nel ballottaggio di maggio si troverà a sfidare la leader del Front National. Ciò dopo che la popolarità del candidato della destra François Fillon è scemata per lo scandalo legato ai presunti impieghi fittizi della moglie e di due figli. L'ultimo sondaggio BVA sulle intenzioni di voto prevede che Hamon avrà fra 16% e 17% al primo turno del 23 aprile, dopo Le Pen con 25%, Macron con 21%-22% e Fillon con 20%. Al secondo turno del 7 maggio, Le Pen sarà sconfitta da Macron o da Fillon, rispettivamente 24% contro 66% e 40% contro 60%. "L'impossibile è possibile", ha detto oggi le pen nel presentare il suo programma, e lo dimostrano la Brexit e la recente vittoria alle presidenziali americane di Donald Trump. Ma anche "gli austriaci per aver eliminato al primo turno delle presidenziali i partiti tradizionali e gli italiani per aver respinto la riforma costituzionale di Renzi". Questi Paesi, ha detto la leader dell'ultradestra davanti a circa 3mila persone, "hanno mostrato che il risveglio dei popoli contro le oligarchie è possibile". Con queste premesse ha annunciato la volontà di indire un referendum nei primi sei mesi di mandato come presidente, per lasciare l'Ue "fallimentare" e far sì che "la parentesi europea" non diventi altro che "un brutto ricordo". "Altri popoli ci hanno mostrato la via, come i britannici che hanno scelto la libertà con la Brexit", ha affermato. Stesse intenzioni per la Nato, poiché Parigi penserebbe da sé alla propria difesa, e per l'euro, destinato a scomparire per lasciare il posto al vecchio franco. Nel suo discorso, Le Pen si è soffermata anche sull'immigrazione e sulla sicurezza, scagliandosi contro la globalizzazione economica e il fondamentalismo islamista, "due totalitarismi che minacciano la Francia". E ha così promesso di chiudere i centri di preghiera dell'islam radicale, così come di punire con "una pena di indegnità nazionale chi sia segnato con la S'", cioé le persone monitorate perché sospettate di minacciare la sicurezza o in corso di radicalizzazione all'islamismo, non necessariamente già condannate. E a proposito dei migranti: "Non vogliamo vivere sotto la minaccia del fondamentalismo islamista", "quando si aspira a stabilirsi in un Paese non si comincia a violarne le leggi. Non c'è e non ci sarà altra legge o valori in Francia che quelli francesi". "Difendo le mura portanti della nostra società" di fronte ai "nostri dirigenti, che hanno scelto la mondializzazione sregolata" e "l'immigrazione massiccia", ha concluso. E a proposito del presidente americano Donald Trump, ha elogiato il fatto che "rispetta le promesse, agisce velocemente e con forza nell'interesse del suo popolo". Intanto, sette giorni dopo aver aver sconfitto l'ex premier Manuel Valls nel secondo turno delle primarie socialiste, Hamon ha fatto appello all'unità del suo partito, senza però far concessioni sul programma e annunciando che la sinistra deve tornare a essere "combattiva". Tra il pubblico di circa 2mila persone spiccavano soprattutto i grandi assenti, cioé gli alti ranghi del partito tra cui Valls e il premier Bernard Cazeneuve. Un chiaro segnale di quanto il movimento sia spaccato, dopo che il candidato dell'ala più a sinistra ha vinto le primarie. Il 49enne Hamon era stato ministro dell'Educazione del presidente François Hollande, incarico che aveva lasciato per il dissenso con le politiche "di austerità". "Sì, c'è disaccordo nella sinistra, come c'è sempre stato. Ciò che mi importa è dove vogliamo andare assieme", ha affermato Hamon. Il comizio del candidato della gauche radicale, Jean-Luc Melenchon, si è fatto notare anche per la tecnologia usata. Il politico si è presentato in carne e ossa sul palco davanti ai suoi sostenitori a Lione, ma tramite un ologramma 3D era contemporaneamente anche a Parigi per arringare un'altra platea. Per l'appuntamento, in un segno di sfida, ha scelto la stessa città e pressoché lo stesso orario del comizio di Le Pen. Tra i loro programmi ci sono infatti alcune somiglianze, come lo scetticismo verso Ue e globalizzazione, sebbene le divergenze siano acute su vari altri punti, in primis l'immigrazione.

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