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L'alt di Trump agli immigrati: ingresso bloccato per 120 giorni

Il presidente Usa Trump

Il presidente sospende l'accoglienza ai rifugiati per "proteggere gli Usa" e vieta l'accesso ai cittadini di 7 Paesi musulmani: Siria, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen

Silvia Sfregola
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Aumentare i poteri presidenziali nella lotta contro lo Stato islamico e accelerare le operazioni contro gli jihadisti. Il presidente Usa Donald Trump chiude temporaneamente le porte degli Stati Uniti a tutti i rifugiati provenienti dai paesi a maggioranza musulmana, trasformando la politica di asilo in una parte fondamentale della strategia anti-terroristica e di difesa della nuova amministrazione americana. Trump ha scelto la sua visita al Pentagono di ieri per annunciare e siglare, circondato dalla leadership militare, un nuovo ordine esecutivo sull'immigrazione, con l'obiettivo di "proteggere il Paese dall'ingresso di terroristi stranieri". Nel quartier generale del Dipartimento della Difesa, ha incontrato lo Stato maggiore congiunto e partecipato alla cerimonia di giuramento del nuovo segretario alla Difesa, il gen. James Mattis ("L'uomo giusto al posto giusto"). La scelta dello scenario in cui firmare l'ordine, che riguarderà più il dipartimento dell'Homeland Security che quello della Difesa, non sembra casuale alla luce del legame stabilito dal presidente tra l'accoglienza dei migranti provenienti da paesi musulmani e la lotta al terrorismo jihadista. "Vogliamo fare in modo di non ammettere nel Paese la medesima minaccia che vivono i nostri soldati che combattono al fronte. Vogliamo solo accogliere coloro che appoggiano il nostro Paese e amano profondamente il nostro popolo", ha spiegato Trump. "Soprattutto - scrive il presidente - l'ingresso di cittadini e rifugiati siriani è dannoso per gli interessi degli Stati Uniti e per questo sospendo tali ingressi". Sospensione programma di accoglienza La misura, che la Casa Bianca ha poi illustrato nel dettaglio, ordina la sospensione di tutto il programma di accoglienza di rifugiati per 120 giorni, per permettere di esaminare i meccanismi di accoglienza e assicurarsi che i "terroristi radicali" non mettano piede sul territorio americano. Dopo i 120 giorni, l'ordine esecutivo prevede di dare priorità ai richiedenti asilo appartenenti a minoranze perseguitate per motivi religiosi. In un'intervista alla televisione cristiana Cbn, Trump aveva spiegato che la decisione è volta a proteggere soprattutto la minoranza cristiana. Saranno le autorità locali e statali ad avere un ruolo nel decidere se i rifugiati possano o meno insediarsi. Il piano dimezza inoltre il numero dei rifugiati che gli Stati Uniti prevedevano di accettare quest'anno, portandolo a 50mila, rispetto agli 85mila previsti dall'amministrazione Obama. Per i siriani Il presidente Trump ha chiesto al Pentagono e al Dipartimento di Stato un piano per creare una "safe zone" dentro e intorno alla Siria per offrire protezione ai siriani che scappano dalla guerra. Stop ai visti Inoltre, è prevista la sospensione per 90 giorni della concessione dei visti per alcuni Paesi a maggioranza musulmana (Siria, Iraq, Sudan, Libia, Somalia, Yemen e Iran) fino a quando non verrà adottato un sistema di "controllo estremo", che alcune organizzazioni in difesa dei diritti umani vedono già come il preludio della messa al bando della migrazione musulmana. Eccezione per alcuni tipi di visti come quelli diplomatici o di membri delle Nazioni Unite. La sospensione temporanea è volta a dare tempo al dipartimento dell'Homeland Security, al Dipartimento di Stato e al direttore della National Intelligence per determinare quali informazioni siano necessarie per ogni Paese al fine di garantire che i visti non vengano rilasciati a persone che costituiscono una minaccia per la sicurezza nazionale. Cambiamento nei controlli L'ordine chiede anche una revisione per creare un singolo processo di controllo delle persone che entrano nel Paese, che potrebbe includere più interrogatori di persona, ricerche su un database più ampio di documenti di identità o moduli di domanda di ingresso molto più lunghi. Con il sistema attuale solo alcune richieste per un visto prevedono interrogatori. Il governo poi ha già database molto estesi ma secondo il presidente vanno ampliati. Controlli biometrici Trump ha ordinato di velocizzare il sistema biometrico per tracciare, attraverso le impronte digitali, le entrate e le uscite di tutti i viaggiatori negli Usa. L'amministrazione Obama voleva avviare l'attuazione di controlli biometrici all'uscita negli aeroporti più grandi del Paese entro il 2018. Secondo alcuni esperti, perché il sistema funzioni correttamente dovrebbe coprire tutti gli accessi via terra, aria e mare, cosa che richiederebbe grandi sforzi in termini economici e di personale. L'agenda politica: in programma 5 colloqui telefonici Oggi il presidente americano ha in programma oggi colloqui telefonici con il premier giapponese Shinzo Abe e con quello australiano Malcolm Turnbull. Appuntamenti che si aggiungono a quelli già in agenda col presidente russo Vladimir Putin, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande.

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