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Le nuove pensioni targate Lega-M5s costano 15 miliardi all'anno in più

Il presidente Boeri: il primo anno vale meno poi la spesa salirà. Bruxelles chiede di tenere il rigore ma anche di tagliare i maxi assegni

Filippo Caleri
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Ecco i conti delle nuove pensioni «targate» Lega e M5s. Sono quasi ufficiali visto che sono arrivati ieri dal presidente dell'Inps, Tito Boeri, che i dati certi li ha in mano. Consentire l'uscita dal lavoro con quota 100 come somma di età anagrafica e contributi versati oppure con 41 anni di contributi a prescindere dall'età costerà il primo anno di applicazione 15 miliardi di euro per poi arrivare a regime a 20 miliardi l'anno. Molto di più, quindi, di quanto stimato nel Contratto di governo giallo-verde che ipotizza una dote di 5 miliardi per riformare la legge Fornero. Ma nemmeno un costo così difficile da sostenere visti i benefici immediati che potrebbe ottenere come l'immediata rimozione del tappo che limita fortemente le assunzioni di giovani. Una parte dei quali poi potrebbe arrivare anche dai consigli dell'Unione Europea che ieri nel dare le pagelle all'Italia ha spiegato la sua linea sulla previdenza. Che chissà non sia colta al volo dal futuro premier Conte e dal suo ministro del Tesoro (a oggi Savona). Bruxelles ha infatti chiesto a Roma di ridurre la spesa pensionistica ma non vedrebbe male per questo un taglio delle rendite più elevate conseguite con in calcoli del sistema retributivo. L'Unione europea ha però anche rimarcato che le manovre finanziarie del 2017 e 2018 (che hanno introdotto l'Ape sociale e il blocco di quota 67 per una serie di categorie di lavoratori) hanno... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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