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Il 2 marzo a Roma gli allievi della Quasar university presentano i progetti

Interconnessione e business

Filippo Caleri
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"Dispositivi per lo human enhancement”  è il titolo del workshop annuale della Quasar Design University. L'iniziativa, che è arrivata alla sesta edizione, nasce per dare la possibilità agli studenti di dedicarsi alla ricerca su tematiche emergenti con un approccio interdisciplinare che si muove tra i settori dell'Habitat Design, del Graphic and Communication Design e - della forma più ibrida e avanzata della progettazione - dell'Interaction Design. Presso la sede in Via Crescenzio, 17/A, venerdì 2 marzo, dalle 14 alle 17:30, 120 studenti divisi in 10 gruppi, presenteranno i progetti finali di questa maratona di ricerca e creatività. Il tema di quest'anno si rivolge all'investigazione di luoghi o “kit” di devices attraverso i quali l'individuo contemporaneo, l'uomo qualunque, globalmente interconnesso, si può autorappresentare e ampliare le proprie potenzialità psicofisiche, cognitive e di integrazione sociale. La riflessione ha inizio dal concetto dello studiolo che per l'umanista rinascimentale è stato un dispositivo di auto rappresentazione oltre che uno strumento di conoscenza.  E se quindi questo ambito spaziale fu la proiezione fisica dell'umanista, dei suoi interessi e delle sue potenzialità critiche, quali possono essere oggi i dispositivi di valorizzazione individuale? In che modo l'uomo contemporaneo può potenziare le sue facoltà e abilità? Attraverso quali dispositivi può rappresentare se stesso? Strutture fisiche o virtuali, strumenti analogici o digitali, luoghi materiali o immateriali, congegni che connettono o disconnettono, spazi estensivamente ampi o limitatamente piccoli.  Benedetto Todaro, Direttore Scientifico e fondatore di Quasar Design University, sostiene: “Stiamo ora affrontando una terza fase storica in cui ciò che abbiamo realizzato ci pone in grado di cambiare il nostro stesso modo di essere e nel contempo ha raggiunto la dimensione critica sufficiente ad innescare processi auto replicanti in larga misura autonomi e imprevedibili. Abbiamo tra le mani strumenti che sono insieme di salvezza e di perdizione. Da questo si origina l'interesse a indagare i modi in cui l'uomo - come lo conosciamo - potrà affrontare la sfida futura che lo vede impegnato ad acquisire strumenti e modi per accrescere le proprie potenzialità psico fisiche, cognitive e di integrazione sociale. Innumerevoli “devices” coabitano la nostra ecosfera e proliferano.” Gli studenti hanno lavorato sperimentalmente sui propri progetti, non solo nei contenuti ma anche nelle modalità stesse di comunicazione della propria ricerca: ogni gruppo produrrà infatti un manifesto (nell'accezione artistica di chiamata alla armi), un key visual e un video, mostrando quindi tutto il complesso processo creativo grazie a questi strumenti di racconto e di divulgazione contemporanea a larga scala. I progetti saranno quindi esibiti in una mostra dedicata parte del programma della grande manifestazione di architettura e cultura urbana Open House Roma, che si terrà il 12 e 13 maggio. Una giuria composta da istituzioni, aziende e organizzazioni culturali assegnerà una menzione per il gruppo che si sarà spinto più avanti nella visione e sperimentazione progettuale.

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