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Energia elettrica, l'Industria in Italia paga le bollette più alte di tutta l'Europa

Guido Bortoni

Katia Perrini
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I consumatori industriali italiani devono pagare prezzi lordi dell'energia elettrica che si attestano, anche per il 2016, su valori superiori a quelli medi dell'area euro, per tutte le classi di consumo. Lo si legge nella Relazione annuale dell'Autorità per l'energia, che precisa che i prezzi industriali italiani risultano più alti in media di un valore intorno al 20%, prossimo a quello registrato nel 2015. Uno scarto minore (+8%) è rintracciabile solo per l'ultima classe a più elevati consumi (70.000-150.000 MWh/anno), mentre il picco (+31%) è per la prima classe di consumo (<20 MWh/anno). Guardando agli ultimi cinque anni, le differenze tra i prezzi italiani e quelli medi dell'area euro si mantengono pertanto significative. Rispetto però al +30% medio del 2012, continua il trend, avviato nel 2013, di progressiva riduzione di tale differenziale, che ha interessato, in modo abbastanza omogeneo, quasi tutte le classi. Nel 2016 hanno fatto eccezione, oltre ai prezzi della prima classe di consumo (passati dal +28% al +31%), anche quelli di una classe a elevati consumi (20.000-70.000 MWh/anno). Pure in questo caso il differenziale non solo non ha seguito il trend più generale di riduzione ma è cresciuto, passando dal +18% del 2015 al +25% del 2016. Per il secondo anno consecutivo i consumatori industriali italiani però non pagano più i prezzi più alti d'Europa: nel 2016 infatti i prezzi sono più bassi di quelli dei consumatori tedeschi (a eccezione della prima classe di consumo) e di quelli del Regno Unito delle ultime due classi di consumo. Con riferimento alla classe di consumo 500-2.000 MWh/anno, una delle più rappresentative per il nostro Paese, i prezzi italiani, pari a 17,9 Euro/kWh, risultano più alti, rispetto alla media dell'area euro, del 18% (20% nel 2015). Al netto degli oneri e delle imposte il differenziale è del 6% (9% nel 2015). Come già per l'anno precedente, nel 2016 il prezzo lordo per questa classe di consumo in Italia è diminuito significativamente di più rispetto alla media dell'area euro (-4%, mentre il calo nell'area euro è stato del 2,5%. Il differenziale con la Germania segna per questa classe un -9% a favore del prezzo finale in Italia, contro il -6% dello scorso anno (nonostante prezzi netti più alti per l'Italia). Proseguono diminuzioni più sensibili dei prezzi in Italia rispetto alla Germania, spiega ancora l'Autorità per l'energia, sia con riferimento alla componente energia sia per quanto riguarda la componente oneri e imposte. Per rilevanza di quest'ultima componente l'Italia resta paragonabile alla sola Germania, mentre anche nel settore industriale l'Italia è tra i Paesi con i valori più bassi per la componente relativa ai costi di rete.

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