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Banche venete in fallimento, pronto il decreto salvataggio

Il premier Paolo Gentiloni

Silvia Sfregola
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Attesa per il Consiglio dei ministri che dovrà varare il decreto legge d'urgenza per il salvataggio delle banche venete. Il governo è ancora al lavoro per mettere a punto il testo data la complessità dell'operazione e la riunione per dare l'ok definitivo al provvedimento, ipotizzata inizialmente per oggi, dovrebbe tenersi molto probabilmente domani mattina. In queste ore proseguono i contatti tra istituzioni e parti coinvolte. Il dl dovrebbe vedere la luce entro la fine del week-end, a borse ancora chiuse, come annunciato dal Ministero dell'Economia ieri sera. È una corsa contro il tempo per garantire la normale operatività bancaria e la regolare apertura degli sportelli lunedì mattina. Dopo che Intesa Sanpaolo ha presentato le sue condizioni per rilevare le due ex popolari, il provvedimento del governo dovrebbe aprire la strada alla separazione delle "attivita' malate" dei due istituti da quelle "good" con la creazione di una bad bank, creando così le basi per la cessione della parte sana a Intesa e garantendo la piena tutela di obbligazionisti senior e i titolari di depositi. D'altronde la stessa Intesa ha chiesto l'approvazione di una cornice legislativa definitiva. Con il decreto si dovrà inoltre provvedere al cambio di destinazione d'uso della parte residua dei 20 miliardi messi in campo con il salva-banche di Natale per le ricapitalizzazioni precauzionali. Si dovranno inoltre fornire le garanzie per la sterilizzazione dei rischi legali a carico dell'acquirente. Tra le condizioni poste da Intesa che dovranno trovare soluzione nel dl anche il problema del finanziamento per gestire le 4mila uscite stimate con la ristrutturazione. Si sta definendo il perimetro del ramo d'azienda oggetto di cessione e quello degli esuberi e' uno dei nodi in discussione in queste ore poiché l'istituto guidato da Carlo Messina starebbe cercando di minimizzare l'onere di cui farsi carico. Ad avviare la liquidazione dei due istituti sarà un decreto del ministero dell'Economia in seguito al quale Banca d'Italia nominerà i commissari: secondo le prime indiscrezioni, fra questi dovrebbe esserci anche l'attuale ad di Popolare di Vicenza, Fabrizio Viola. Come ha ricordato la Bce ieri sera nel dare il via libera alla liquidazione ordinata di Popolare di Vicenza e Veneto Banca, è dal 2014 che sono state individuate carenze di capitale nelle due banche: fin da quel momento le due ex popolari hanno lottato per superare alti livelli di sofferenze creditizie e sfide nei modelli di business, vedendo la posizione finanziaria deteriorarsi ulteriormente. Francoforte ha infatti dichiarato che i due istituti sono sulla strada del fallimento e il meccanismo unico di vigilanza ha stabilito che non c'erano le condizioni per procedere alla risoluzione, aprendo le porte per una liquidazione secondo le norme italiane. Da parte loro Popolare di Vicenza e Veneto Banca, pur riaffermando "la validità del piano messo a punto dal management", si sono dette "fiduciose nell'opera del Governo per risolvere la crisi bancaria tutelando depositanti e obbligazionisti senior". "La soluzione della crisi è adesso nelle mani delle Autorità italiane. Le ipotesi che sono allo studio delle Autorità, e che nelle prossime ore si delineeranno compiutamente, consentiranno a tutti i clienti della Banca e delle societa' del Gruppo di continuare ad operare senza subire discontinuità nei servizi, tutelando al contempo depositanti e obbligazionisti senior", ha ribadito in una nota il Cda di Veneto Banca.

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