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L'attacco di Boeri al governo: "La manovra crea più debito. Pagano i giovani"

Il presidente dell'Inps Tito Boeri

Filippo Caleri
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Un siluro dritto al governo. Quello precedente ovviamente che avrebbe firmato una manovra economica che accontenta i lavoratori più anziani e lascia a bocca asciutta i giovani. A lanciare la bordata è stato il presidente dell'Inps, Tito Boeri, al convegno "Tuttopensioni" del Sole 24 Ore". "Questa è una manovra che fa aumentare il debito implicito, e ogni manovra che lo fa scarica oneri sulle generazioni future" ha dichiarato  Boeri. "Questa è una manovra che lo fa in modo non irrilevante" ha quindi sottolineato il presidente dell'Inps, rilevando che "va ad aumentare spesa pensionistica, aumentando la generosità di trattamenti su categorie che hanno già fruito di trattamenti più vantaggiosi di chi li fruirà in futuro" e che "nell'ambito del sistema pensionistico permangono forti iniquità, differenze di trattamento macroscopiche, anche nell'ambito della stessa generazione. E su questo, fin qui, non si è intervenuto".  Nuovi tagli in vista (per i giovani) La critica di Boeri cela anche il pericolo che nei prossimi anni si debba nuovamente mettere mano al sistema pensionistico con tagli sulle prestazioni erogate. "Il debito pensionistico implicito è qualcosa che c'è oggi e che noi siamo destinati pagare, a meno che non si facciano ulteriori riforme del sistema pensionistico che riducano la generosità dei trattamenti" ha spiegato il presidente dell'Inps, auspicando che "nel discutere le politiche pensionistiche si tenga sempre più conto degli impatti che le scelte fatte possono avere sulle generazioni future, evitando di concentrarsi solo sugli oneri immediati". Quattordicesima troppo generosa Boeri ha poi precisato che nel parlare di problemi di equità si riferiva in particolare "alla parte più corposa manovra bilancio: "quattordicesima e queste operazioni, che non vanno a tenere conto della situazione economica complessiva delle famiglie". L'economista ha infatti segnalato che la quattordicesima potrebbe andare anche a chi, in virtù della propria situazione familiare, non si trova in una situazione di disagio. "Bisogna concentrare l'aiuto su persone che sono in situazioni reddituali e patrimoniali di difficoltà: c'è uno strumento per farlo che è il nuovo Isee". Arriva la busta dell'Ape. Sono 150 mila L'Inps invierà a partire da febbraio 150 mila buste arancioni ad altrettante persone interessate a un possibile sfruttamento dell'Ape volontaria, l'anticipo della pensione, introdotta dalla legge di bilancio. L'annuncio è arrivato sempre  da Boeri. "L'Ape volontaria è un meccanismo complesso e senza precedenti - ha spiegato - vogliamo evitare scelte improprie, i lavoratori devono essere consapevoli. Abbiamo parlato con i sindacati ed elaborato un kit informativo di carattere divulgativo che è già sul sito dell'Inps e verrà integrato ma mano che i decreti attuativi daranno maggiori dettagli". La busta arancione verrà inviata a persone con 63 anni compiuti, o che li compiranno entro il 2018, con 20 anni di contributi. "Bisogna fare la scelta più informata possibile" ha proseguito, dando intanto un giudizio positivo sull'Ape sociale, l'indennità assistenziale rivolta a chi ha 63 anni, rientra in alcune categorie e non ha ammortizzatori sociali, uno strumento "che non sarà facile interrompere a fine 2018, bisognerebbe ragionare se darla indipendentemente dal reddito minimo". 

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