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La Consulta boccia la riforma Madia sulla Pubblica Amministrazione

Il premier Renzi e il ministro Madia

Filippo Caleri
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Riforma Madia da rifare. Almeno nella parte che riguarda l'effetto delle norme che rivoluzionano la pubblica amministrazione sulle Regioni. La Corte Costituzionale ha dichiarato "parzialmente illegittima" la riforma a seguito del ricorso presentato dalla regione Veneto. La Consulta ha sottolineato che su specifici temi non è stata cercata l'intesa con le Regioni ma è stato chiesto solo un parere. In particolare, dove "prevede che i decreti legislativi attuativi siano adottati previa acquisizione del parere reso in sede di Conferenza unificata, anziché previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni". Una forzatura che rischia di costare caro al governo che dovrà probabilmente mettere mano al testo già oggetto di un confronto acceso ieri nel corso del consiglio dei ministri che doveva approvarlo con scintille tra la Madia e il ministro Calenda contrario a ogni modifica della legge. Intanto Bernadette Veca, direttore generale del ministero delle infrastrutture, rappresentante del comitato dei dirigenti a difesa dell'articolo 97 e 98 della Costituzione, che da mesi protesta contro il provvedimento giudicato troppo punitivo e limitativo dei diritti dei cittadini spiega a Il Tempo: "Apprendiamo le motivazioni della sentenza con estremo favore e siamo felici di vivere in una Repubblica fondata sui principi di diritto costituzionale. La condivisione delle scelte politiche da parte delle istituzioni che rappresentano la repubblica italiana è l'unica forma di garanzia  e tutela della democrazia nel nostro Paese. Prima di cambiare la costituzione dunque si tenga presenta la necessità della sua più larga condivisione delle nuove regole". 

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