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Così, con 100 euro, ti portano via la casa

Filippo Caleri
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Avete case abbandonate in qualche paese italiano? Magari quello che ha dato i natali ai vostri nonni e che è rimasta in eredità alla famiglia. E che lì giace, fonte non solo di affetto e ricordi, ma anche di salassi legati alla voracità dell'erario locale e statale? Ebbene si può iniziare a preparare la carta da bollo o comunque il consulto di un buon avvocato. O il portafoglio. Questo perché ieri il MoVimento Cinque Stelle ha depositato, in Senato, un disegno di legge per l'autorecupero urbano. Un provvedimento che in sostanza mette i proprietari di immobili, censiti dai Comuni come abbandonati, di fronte a un bivio nel caso che il municipio avvii un piano di recupero edilizio di aree degradate. Il malcapitato possessore, infatti, o decide di adeguarsi alle disposizioni per riqualificare l'immobile di proprietà, pagando dunque di tasca sua un intervento di restauro. Oppure deve percorrere una seconda strada che è la vera novità del testo grillino. E che prevede una sorta di patto con il Comune che di fatto toglie la disponibilità del bene al proprietario a fronte di un rimborso mensile di 100 euro per unità abitativa (dunque se si ha un palazzetto di 3 piani l'assegno mensile sale a 300 euro). L'ente locale a quel punto lo cederebbe in comodato d'uso a gruppo di cittadini che si incarica del recupero. L'immobile, una volta messo in sicurezza e reso abitabile, può essere concesso a un qualunque soggetto che non abbia le risorse per comprarsi una casa o abbastanza per pagare un affitto a prezzi di mercato. Infine, dopo 18 anni il comodato si conclude, e l'inquilino può richiedere l'acquisto della casa a parametri di mercato. Fin qui l'intenzione che può avere risvolti meritori, visto che la mancanza di risorse nelle tasche delle famiglie italiane si ripercuote anche sull'obsolescenza del patrimonio edilizio nazionale, ma il rischio che ha intravisto il Tempo è che ancora una volta il diritto alla proprietà privata sia messo sotto attacco da un articolato di legge. Insomma l'ennesimo provvedimento dirigista. Dubbi che sono stati rivolti alla senatrice che ha proposto il ddl, Ornella Bertorotto, che ha ovviamente escluso ogni forma di esproprio immobiliare e argomentato la proposta come un modello per stimolare il recupero immobiliare laddove il non uso depaupera il valore dei centri abitati. Non è stato ancora possibile leggere con precisione il testo per capire se il rischio paventato sia. Ci vogliono, infatti, alcuni giorni tra il deposito del testo e la sua ufficializzazione. Resta il fatto che comunque vada i proprietari immobiliari dovranno mettere mano al portafoglio. Confermando così la tesi che in un Paese da sempre innamorato del mattone, possederlo oggi significa solo avere un'emorragia finanziaria in casa. Sì perché alla fine non c'è l'esproprio, e il proprietario può anche rifiutarsi di dare la sua casa a cittadini che la vogliono recuperare, hanno spiegato a Il Tempo i grillini. Ma l'inghippo come al solito c'è sempre. Qualora il proprietario non volesse concedere il proprio immobile, infatti, se questo rientra in aree oggetto di piani di autorecupero, ha l'obbligo di di mettere in sicurezza l'immobile, con particolare attenzione al recupero dei prospetti, oltre che alla messa in sicurezza (dunque pagando). Con la possibilità, in caso di suo diniego, di consentire all'ente locale di prevedere sanzioni per inadempienza. Insomma comunque la si metta per i grillini la casa della nonna non va abbandonata. Costi quel che costi.

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