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Baglioni: "Il nostro pensiero è sempre a Sanremo, forse non siamo mai andati via"

Claudio Baglioni

Il direttore artistico: "L'abbiamo fatta grossa, missione compiuta"

Francesco Puglisi
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A dieci giorni dalla Chiusura del festival di Sanremo Claudio Baglioni per la prima volta esterna il suo pensiero sulla kermesse e lo fa sulla rete: «Gli innocenti non sapevano che la cosa era impossibile e per questo la fecero». Claudio Baglioni cita il filosofo Bertrand Russell per sintetizzare la sua aavventura sanremese, in un lungo post pubblicato oggi sul suo profilo Facebook e tutto dedicato al suo primo festival, nel giorno in cui viene annunciato il raddoppio della data all'Arena di Verona, del tour che celebrerà i suoi 50 anni di carriera (la data del 15 settembre è già sold out e si aggiunge quella del 14). Un post in cui, sul finale, accenna anche alla possibilità di un bis: «Mentre andavo via, mi chiedevo: chissà se ci torneremo? Mi allontanavo da Sanremo, dal suo mare, dai suoi carruggi, dal suo milione di scale, dal suo presepe di case colorate, dalle sue voci e pensavo che è vero: anche dalle esperienze più belle, prima o poi - purtroppo - si deve uscire, ma le avventure più belle sono quelle che non escono mai da noi. Se pure non si dovesse tornare, dunque, sarà solo per un motivo: noi non siamo mai andati via. Non sapevamo che l'impresa fosse impossibile e allora l'abbiamo fatta. Insieme. E l'abbiamo fatta davvero grossa! Una gran bella cosa. Che non si dimentica». Quanto alla frase di Bertrand Russell scelta per l'incipit della sua riflessione, Baglioni dice: «Rubo questa frase a un grande pensatore del Novecento - afferma il cantautore, uscito da recordman dalla sfida festivaliera - perché, in qualche modo, è andata davvero così. Parlo del Festival. E, con innocenti, intendo, naturalmente, ingenui. Perché questo è ciò che siamo stati: ingenui. Così tanto da non renderci conto a cosa andavamo incontro e, dunque, da andarci. Perfino adesso penso sia stata una pazzia. Provare a riportare la musica e le parole al centro. Musica e parole come meta e luogo dell'appuntamento. E una pazzia è stata. Pazzesco assecondarla, pazzesco quanto è successo lì e ancora più pazzesco quanto è successo tutt'intorno a noi», sottolinea. «Ancora oggi - prosegue il direttore artistico di Sanremo 2018 - sogno le riunioni con gli autori e le prove con i conduttori, i musicisti e gli ospiti. E ancora oggi avverto un brivido corrermi lungo la schiena, l'istante prima di andare in scena, al pensiero di non aver messo bene a fuoco questo o quel momento o di non aver avuto il tempo di provare quanto avremmo dovuto quel pezzo o quel duetto. Ormai non c'è più tempo, però: la regìa sta chiamando il tempo. Pochi secondi e parte la diretta. Ma quando mi trovo nel mezzo del palco e tutto sta per cominciare, mi sveglio, apro gli occhi, in un silenzio immobile e irreale, e il respiro sonnacchioso della città dietro ai vetri, mi ricorda non solo che è tutto finito, ma che è andata: al di là di ogni aspettativa. Missione compiuta»

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