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Massimo Boldi: "Al Milan serve Silvio Berlusconi"

L'attore apre uno spiraglio a Christian De Sica: "Di nuovo insieme? Perché no"

Carlo Antini
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Per il Milan ci vuole Silvio Berlusconi». Parola di Massimo Boldi. Comicità, calcio, politica, cinema e tv. Sono tanti gli interessi del comico lombardo in questi giorni nelle sale col suo nuovo «Natale da chef». Dalla passione per la musica e la batteria alla coppia con Christian De Sica col quale potrebbe tornare a lavorare. Senza dimenticare il cuore rossonero. Massimo Boldi, lei resta fedele al cinepanettone. Anche il suo pubblico lo è? "Sono stato nelle migliori sale del sud per salutare il pubblico. E ho potuto constatare che il cinema italiano è in crisi. Ho trovato sale frazionate e quasi mai piene. C'è un calo del 20 per cento. Ho visto che il calore del pubblico è sempre forte. La gente mi cerca, si fa i selfie ma poi non vede il film". Da cosa dipende la crisi del cinema italiano? "È un momento storico particolare in cui il denaro è prezioso. Quando il biglietto costava 2 euro c'era la fila al botteghino. Ora hanno più successo i film stranieri. Senza dimenticare che, in alcune sale, il mio film non c'era proprio o era presente con un solo spettacolo al giorno". Secondo lei è anche una questione di qualità? "No. Il mio film è tra i più comici che abbia mai girato. Anche quello di De Sica è simpatico. In passato sono sempre uscito nelle sale a metà novembre e ho sempre fatto grandi incassi. Questa volta, invece, nella prima settimana ci siamo fermati a 800mila euro. Quest'anno abbiamo dovuto fare i conti anche con l'interferenza di “Supervacanze di Natale” che confonde il pubblico. La gente va a vedere il film e poi si pente ma ormai ha già comprato il biglietto". Ci pensa mai a un possibile ritorno sullo schermo della coppia artistica con Christian De Sica? "Con Christian siamo rimasti in buoni rapporti. Sono convinto che in futuro si potrà fare qualcosa. Il pubblico italiano ci vuole vedere ancora insieme. Se uniamo le forze possiamo costruire qualcosa di straordinario. Chissà, magari con lui si potrebbe pensare al film per la prossima stagione. L'unico problema è che ci facciamo vecchiarelli quindi ci dobbiamo sbrigare". Perché ha deciso di abbandonare quella coppia dalle uova d'oro? "Quando sono rimasto vedovo ho cercato di rimettere insieme i pezzi della mia vita. Ho fondato una casa di produzione per fare i film che volevo fare. Così facendo potevo essere più libero. In realtà è un progetto che avrei dovuto realizzare anche con Christian ma poi ci sono stati ripensamenti. Comunque mai dire mai. Magari in futuro si tornerà insieme. Ma io penso anche ai giovani: mi piace dare l'opportunità di crescere ad attori emergenti". Cosa pensa dei recenti scandali sulle molestie sessuali nel mondo del cinema? "Hanno scoperto l'acqua calda. Non è mica una novità. Sono cose che accadono da quando esiste il cinema. È sempre la stessa storia". Cosa si può fare per interrompere tutto questo? "È un malcostume che esiste da sempre. Ma io non ho mai avuto di questi problemi. Ho lavorato con le attrici più belle e non è mai successo nulla. Se dovessi fare la corte a una ragazza le invierei un mazzo di fiori e la inviterei a cena. Non la porterei mica a casa mia o nel mio studio privato. Ma spesso non sono neanche gli uomini a fare i marpioni, sono le ragazze che prima si offrono e poi si scandalizzano. Se succede qualcosa di strano, una si alza e se ne va. Comunque finché non ci sono prove tangibili non si può dire nulla". Tornando agli spettacoli, lei ha vissuto la grande stagione del Drive In. Cos'ha rappresentato quella trasmissione per lei? "Per me è stato il lancio definitivo. Da lì è partito un treno straordinario che mi ha portato lontano". Qual era il segreto di quella trasmissione? "Il Drive In era popolata da comici che facevano ridere veramente. Negli anni quelli che sono rimasti sono davvero pochi". Perché secondo lei? "Nella vita e nell'arte non bisogna mai montarsi la testa. Quando si entra nel cuore delle persone bisogna saperci restare. E non è facile". Qual è il segreto per stare a lungo sulla cresta dell'onda? "L'umiltà e la voglia di non deludere il pubblico. Ma bisogna anche saper ammettere i propri errori". Ai suoi esordi lei si divertiva a suonare la batteria. Lo fa ancora? "La musica è la mia grande passione. E mi diverto ancora con gli amici. Lo devo ammettere, ancora oggi sono un buon batterista". Lei è anche un grande tifoso milanista. Che idea si è fatto della crisi rossonera? "Perché il Milan esiste ancora? (ride, ndr) Me n'ero dimenticato. Il derby di Coppa Italia è andato bene ma nemmeno con Gattuso si riesce a andare lontano. Comunque anno nuovo vita nuova". Di cosa ci sarebbe bisogno a Milanello? "La squadra dovrebbe riprenderla in mano Silvio Berlusconi. Se ci fosse lui sarebbe tutto diverso. Ne sono sicuro. È come quando un film viene male. Bisogna cominciare a pensare in maniera diversa. Non è colpa di nessuno, né di Gattuso né di Montella. Se la palla non entra non entra. Bisogna ammettere che c'è anche un po' di sfortuna ma con Silvio si potrebbe tornare a fare meglio". Cosa la lega a Berlusconi? "Con Silvio ci siamo conosciuti nei nostri anni migliori e siamo diventati amici. Siamo sempre stati uniti dalla simpatia. Io facevo l'artista e ho fatto tantissimi programmi in tv per lui. Anche con De Laurentiis ho un buon rapporto ma Silvio è Silvio. Con lui ci sono vere affinità elettive». Anni fa visse anche una breve avventura politica. Cosa la spinse a scendere in campo? "L'amicizia con Bettino Craxi. Comunque appena sono arrivato io è crollato tutto. Bettino era amico di tutti gli artisti milanesi". Oggi lo rifarebbe? "I comici in politica vanno di moda no? Ma non ho mai pensato a ricandidarmi. Oggi dalla politica è meglio stare lontani".

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