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Caso Weinstein, Pupi Avati: giustifico più un ladro affamato che una ragazza disponibile

Davide Di Santo
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"Il caso Weinstein? Io giustifico più un ladro che va a rubare perché ha fame che una ragazza che vuole fare la valletta e si rende disponibile". Anche il regista Pupi Avati entra nel merito dello scandalo sessuale che ha travolto il produttore e magnate di Hollywood dopo le denuncie di molestie da parte di decine di attrici tra cui l'italiana Asia Argento.  "Weinstein somiglia, anche lombrosianamente, alla figura del produttore di una volta. L'ho conosciuto, è totalmente sgradevole, nell'aspetto e nei modi di fare, uno che è arrivato al successo e te lo fa passare - racconta il regista di Regalo di Natale, Magnificat e Ma quando arrivano le ragazze?  al programma di Rai Radio1 Un Giorno da Pecora, condotto da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari - Poi che le ragazze abbiano aderito a quelle che erano le sue offerte, a quegli scambi poco nobili, e se ne siano 'ricordate' in ritardo, è una cosa ricorrente, e non solo nel cinema e a Weinstein. Succede molto anche in tv secondo me. L'esplosione di alcune star è stata spesso dovuta al fatto che ci siano state delle affettività". Avati racconta poi un episodio da lui vissuto in prima persona. "Nel primo film che ho fatto - spiega il regista - vennero una madre con una figlia minorenne, e il genitore non ebbe alcun imbarazzo a farmi capire che la figlia era disponibile". Il regista rispose" che con me non era il caso, anche perché mi ero sposato di recente". Secondo lei è giusto fare i nomi oppure no? "Secondo me no. Tirare in ballo solo Weinstein quando avrebbero potuto fare almeno 25 nomi...".

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