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Kit Harington-Jon Snow: il Trono di Spade specchio della realtà

Giulia Bianconi
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GIFFONI VALLE PIANA (SA) «Il Trono di Spade è lo specchio della realtà dei nostri giorni, governata dal caos. Poi se volete proprio saperlo, vi dico come dovrebbe finire per me la saga». Le urla delle ragazzine (e non solo) si sprecano all' arrivo di Kit Harington al Giffoni Film Festival. È stata una giornata impegnativa ieri per il protagonista della serie fantasy di successo tratta dai libri di George R. R. Martin (la prima puntata della settima stagione, in onda su Sky Atlantic la scorsa domenica alle 3 del mattino in Italia, in contemporanea con gli Usa, ha registrato il record di ascolti). L' attore britannico, che dà il volto a Jon Snow sul piccolo schermo, si è districato tra i tanti appuntamenti con i fan, rischiando di causare svenimenti qua e là. Fan di David Lynch- «vorrei lavorare con lui» - "the King in the North" parla dei modelli a cui si è ispirato: «Oltre a mia mamma, gli attori Ben Whishaw, Edward Norton e Leonardo DiCaprio». E confessa: «Se non avessi fatto l' attore, sarei stato un giornalista». Svela anche di essere più ironico di Snow, tanto da aver fatto impazzire i fan con alcune parodie dei personaggi della serie al Jimmy Kimmel Show, mostrando la sua passione per Harry Potter. «Vorrei avere anche io la bacchetta magica». Tra i suoi nuovi progetti c' è la miniserie "Gunpowder" (di cui è anche produttore), mentre al cinema sarà tra i protagonisti de "La mia vita con John F. Donovan" di Xavier Dolan. Kit, quale aspetto ama di più di Jon Snow? «La sua grande morale. È un uomo che non può essere corrotto. Io, però, ho più senso dell' umorismo di lui». È anche un personaggio molto fisico... «Sono attratto dall'azione e dai combattimenti. Non devi pensare alla recitazione in quelle scene, ma metterci solo il corpo». In che direzione sta andandola serie? «Verso la fine sfortunatamente (l'ottava stagione sarà l'ultima, ndc)». E di Jon cosa dice? «Credo non avesse l' ambizio ne degli altri personaggi di scalare le gerarchie. Ad oggi non sa nessuno chi riuscirà a salire sul trono dei Sette Regni, ma penso non sarà lui». E chi, secondo lei, dovrebbe essere il re? «Tyrion, dopo tutta la sofferenza che ha provato nella sua vita». Cosa ha pensato quando ha scoperto che sarebbe morto nella serie? «Leggendo il copione sono rimasto allibito. Poi ho incontrato i produttori e ho pensato: ora mi dicono "grazie per esserci stato". Ho cercato di prendere la cosa di petto. Ma quando mi hanno detto che sarei tornato in vita, ho saltato come un matto». In un certo senso ha una doppia vita... «Da una parte sono Kit, dall'altra Jon. Forse cambierò nome». Non ha paura che il suo volto sarà sempre legato a questo personaggio? «Lo scoprirò in futuro. Ma gli devo molto, è qualcosa di irripetibile che non succederà più». Perché "Il Trono di Spade" ha tutto questo successo? «Nonostante si tratti di una serie fantasy, i personaggi sembrano reali. La serie è lo specchio della nostra società. Si passa da grande calma al caos e all'inquietudine». Quanto è difficile essere famoso? «Volevo essere un attore, non una celebrità. Non bisogna farsi travolgere dal successo, anche se spesso penso di mollare tutto. Siamo molto esposti». È per questo che non usa i social? «Mi piace sorprendermi di persona, senza vedere post su Facebook o Instagram». E con Dolan che esperienza è stata? «È un grande talento. Sono il personaggio che dà il titolo al film. Una star della tv che sta per entrare nel mondo del cinema.  Il pubblico scopre la sua omosessualità, ma sarà pronto a accettare questo "scandalo"? Lavorare con attori hollywoodiani (nel cast, tra gli altri, Jessica Chastain e Natalie Portman, ndc) è stato un privilegio. E poi chi lo avrebbe detto che sarei finito a prendere un caffè con un' attrice come Susan Sarandon».

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