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Meraviglia e ironia a Montepulciano

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Come prima esecuzione nel nostro paese, l'attesa era soprattutto per il lavoro di Henze, fondatore 31 anni fa del Cantiere che ha voluto così rendergli omaggio per gli 80 anni appena compiuti. Ispirato da un intermezzo dell'autore del «Don Quijote», Cervantes, «Wundertheater», nato nel 1948 come opera per attori e musicata interamente nel 1968, è traducibile come teatro delle meraviglie: un gruppo di burattinai vuol prendersi gioco dei potenti di una città annunciando una "meravigliosa" rappresentazione che potrà essere vista solo da quelli nati da un regolare matrimonio cristiano. La beffa è che sul palcoscenico nulla accade, ma per non essere presi per miscredenti tutti naturalmente "vedono" lo spettacolo solamente narrato dal burattinaio Chanfalla. Ecco che con un testo ironico, musicato da Henze con leggerezza novecentesca, ci troviamo immersi nei nodi del presente: verità e menzogna, la manipolazione delle informazioni attraverso i sentimenti di appartenenza, mentre sul palcoscenico i cittadini che partecipano addirittura al finto spettacolo mostrano come la decantata partecipazione del pubblico possa rivelarsi un plagio. Presente nei teatri di tutto il mondo, Alfred Kirkchner offre a «Wundertheater» una regia di alto valore intellettuale e rara nitidezza. È con il teatro delle idee che Kirchner e i numerosi interpreti - tutti bravissimi e che ci scusiamo di non poter citare per ragioni di spazio - si divertono e divertono il pubblico vero in poltrona. Un risultato che raggiunge la brillantezza grazie alla Young Janacek Philharmonic, diretta da Jan Latham-Koenig con sensibilità e febbrile tensione in un'interpretazione musicale che si sposa perfettamente alla regia anche nella conclusiva «Mahagonny».

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