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Izzo, mostro del Circeo: uccidemmo anche una 17enne friulana. Ma l'inchiesta è archiviata da un anno

Davide Di Santo
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Gli autori del massacro del Circeo avrebbero rapito e ucciso anche Rossella Corazzin, la ragazza pordenonese di San Vito al Tagliamento sparita il 21 agosto 1975 dai boschi di Tai di Cadore mentre era in vacanza. A rivelarlo, secondo il Gazzettino, sarebbe stato Angelo Izzo, che, detenuto nel carcere di Velletri dove sta scontando la pena per il duplice omicidio di Ferrazzano, avrebbe raccontato alla Procura la sua verità sulla scomparsa finora rimasta un giallo. La minore, scelta secondo Izzo perché era vergine, secondo quanto riferito dal mostro del Circeo, fu seguita dalla banda di criminali romani in vacanza in Cadore, sarebbe poi stata sequestrata e portata sul lago Trasimeno (Perugia). Lì sarebbe stata violentata dal branco di 10 uomini e uccisa. Il fascicolo con le dichiarazioni di Izzo è finito sul tavolo del procuratore di Belluno Paolo Luca ma è stato poi trasmesso a Perugia per competenza.  Fascicolo archiviato da un anno - L'inchiesta aperta in seguito alle dichiarazioni di Izzo, è stata però archiviata dalla procura del capoluogo umbro già oltre un anno fa. Le dichiarazioni di Izzo non sono state ritenute credibili e gli accertamenti effettuati non avrebbero fatto emergere alcun elemento utile per proseguire nell'indagine. Per i magistrati perugini si tratta di circostanze non riscontrabili per cui è stata disposta l'archiviazione. L'ex legale: "Non me ne parlò mai" - "All'epoca, quando avevamo contatti, non mi parlò mai di questo omicidio avvenuto in Cadore. Mi appare strano perché in quegli anni avevamo un buon rapporto sul piano difensore-cliente e ritengo che me lo avrebbe raccontato. Poi tutto è possibile ma resto perplesso e sorpreso di questo fatto nuovo che avrebbe commesso", è il commento dell'avvocato Enzo Guarnera, in passato legale di Angelo Izzo. Il massacro Circeo e gli omicidi - L'episodio di cui parla il detenuto precede di un mese il massacro del Circeo, avvenuto la notte tra il 29 e il 30 settembre 1975, quando Izzo, Andrea Ghira e Gianni Guido picchiarono, violentarono e annegarono una studentessa di 19 anni, Rosaria Lopez, e ridussero in fin di vita una sua amica di appena 17 anni, Donatella Colasanti, che riuscì a salvarsi solo facendosi credere morta. Trent'anni dopo, nel 2005, Izzo si rese responsabile di altri due omicidi: quello di Maria Carmela Limucciano e Valentina Maiorano, rispettivamente moglie e figlia di Giovanni Maiorano, esponente della Sacra Corona Unita. Izzo, divenuto amico del boss in carcere a Palermo, si era conquistato la fiducia delle due donne, e, non appena ottenuto dai giudici il permesso di uscire dal carcere, le uccise e le seppellì in una villetta a Ferrazzano.

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