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Doping nei dilettanti del ciclismo: dirigenti in manette. Epo e ormoni ai ragazzi

Il presidente di una società incoraggiava i ciclisti a usare microdosi e antidolorifici a base di oppiacei

Davide Di Santo
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Operazione antidoping a Lucca con arresti nei confronti della dirigenza di una delle maggiori squadre di ciclismo dilettantistico italiano. Tra gli arrestati, oltre al proprietario del team e all'ex direttore sportivo, anche un farmacista, che avrebbe rifornito la squadra di farmaci vietati dalla normativa sul doping, in assenza di prescrizione medica. L'indagine della squadra mobile di Lucca ha preso le mosse dalla morte di Linas Rumsas, giovane promessa del ciclismo, venuto a mancare, improvvisamente, il 2 maggio scorso. Linas Rumsas era il figlio di Raimondas Rumsas, ex ciclista lituano di fama internazionale. L'inchiesta non riguarda però il decesso del giovane. Gli atleti, alcuni giovanissimi, scrivono gli investigatori, sarebbero stati incoraggiati dal presidente della squadra a fare uso di sostanze dopanti. Tra i farmaci, epo in microdosi, ormoni per la crescita e antidolorifici a base oppiacea. Numerose le perquisizioni in corso, a Lucca e in altre province della Toscana. Ad essere perquisito anche lo studio legale di un avvocato del foro lucchese.

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