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Luca Traini voleva uccidere Oseghale in tribunale: "Ho saputo di Pamela e ho sbroccato"

Davide Di Santo
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Luca Traini, il 28enne italiano fermato per il raid xenofobo di sabato scorso a Macerata, avrebbe riferito nelle dichiarazioni spontanee rese agli investigatori dopo il fermo che la sua intenzione iniziale era quella di andare in tribunale ad uccidere Innocent Oseghale, il nigeriano in carcere per la morte di Pamela Mastropietro, fatta a pezzi e chiusa in due trolley trovati a Pollenza. "Questo è quello che lui ha detto, il suo intendimento era questo", ha spiegato il procuratore di Macerata Giovanni Giorgio. Sabato mattina, quando Traini ha messo in atto il suo raid xenofobo a colpi di pistola, al Tribunale di Macerata era in corso l'udienza di convalida per il nigeriano. Il 28enne avrebbe poi cambiato idea e dato vita al raid per le strade di Macerata. Ma la morte di Pamela è la causa scatenante: "Ha detto che, dopo aver sentito alla radio come era stata trattata, ha deciso di doverla vendicare", racconta il procuratore. Giancarlo Giulianelli, avvocato di Trainui, nega che il primo piano del suo assistito fosse di colpire Oseghale in tribinale. "Non mi risulta", ha detto ai giornalisti all'uscita del carcere di Montacuto dove sono detenuti sia Traini sia il nigeriano accusato dell'omicidio di Pamela. "Quando ho saputo dello scempio fatto sul corpo di Pamela, ho sbroccato", avrebbe detto Traini al suo avvocato che lo ha incontrato in carcere. 

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