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L'affondo di Papa Francesco: "Si salvano le banche e non chi è in rovina"

Papa Francesco

Silvia Sfregola
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Gli ultimi, i migranti e i poteri. Il Papa torna a parlare dei suoi temi e lo fa con i gesuiti di Myanmar e Bangladesh in un incontro durante il suo viaggio in Asia, in un colloquio pubblicato da Civiltà Cattolica e di cui oggi il Corriere della Sera pubblica alcuni estratti. "Oggi si discute tanto su come salvare le banche - ha detto - Il problema è la salvezza delle banche. Ma chi salva la dignità di uomini e donne oggi? La gente che va in rovina non interessa più a nessuno. Il diavolo riesce ad agire così nel mondo di oggi. Se noi avessimo un po' di senso del reale, dovrebbe scandalizzarci. Lo scandalo mediatico oggi riguarda le banche e non le persone. Davanti a tutto questo dobbiamo chiedere una grazia: di piangere". "Il mondo - sottolinea Bergoglio - ha perso il dono delle lacrime. La sfacciataggine del nostro mondo è tale che l'unica soluzione è pregare e chiedere la grazia delle lacrime. Davanti a quella povera gente che ho incontrato ho sentito vergogna! Ho sentito vergogna per me stesso, per il mondo intero! Scusate, sto solo cercando di condividere con voi i miei sentimenti". Poi passa al tema dei migranti. "Ho visitato finora quattro campi di rifugiati. Tre enormi: Lampedusa, Lesbo e Bologna. E là il lavoro è di vicinanza - ha affermato il pontefice - A volte sono veri campi di concentramento, carceri". "Io cerco di visitare, parlo chiaro, soprattutto con i Paesi che chiudono le loro frontiere. Purtroppo in Europa ci sono Paesi che hanno scelto di chiudere le frontiere. La cosa più dolorosa è che per prendere questa decisione hanno dovuto chiudere il cuore. E il nostro lavoro missionario deve raggiungere anche quei cuori che sono chiusi all'accoglienza degli altri. Queste cose non arrivano ai salotti delle nostre grandi città. Abbiamo l'obbligo di denunciare e di rendere pubbliche le tragedie umane che si cerca di silenziare".

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