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Delitto Pordenone, Giosuè Ruotolo condannato all'ergastolo

Daniela Cursi
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Giosuè Ruotolo è colpevole. È stato lui, secondo la Corte d'Assise di Udine, ad uccidere Teresa Costanza e Trifone Ragone la sera del 17 marzo 2015 nel parcheggio del Palasport di Pordenone. I difensori di Ruotolo avevano chiesto l'assoluzione dell'imputato opponendosi alla richiesta, da parte del pm Pier Umberto Vallerin, della condanna all'ergastolo e due anni di isolamento diurno. La Corte d'Assise presieduta dal giudice Angelica Di Silvestre, dopo oltre due giorni di camera di consiglio, ha dato però  ragione all'accusa. “Ergastolo e due anni di isolamento diurno”: questo il verdetto che secondo l'accusa trova le basi su elementi indiziari (ad esempio, il passaggio della sua auto sotto le telecamere collocate nelle vicinanze del palasport di Pordenone), ma anche su un'evidente rivalità, sfociata in odio viscerale, nei confronti di Teresa e Trifone, fino a culminare in una persecuzione nei confronti della coppia, attraverso un profilo falso creato su Facebook. Obiettivo: dividere i due fidanzati allertando lei sull'infedeltà di lui. Un'ossessione fuori controllo, che gli è evidentemente sfuggita di mano, fino a destare i sospetti di Trifone. Teresa e Trifone sono passati, in breve tempo, dall'essere vittime di persecuzione, potenziali carnefici di Ruotolo, e poi vittime di omicidio. Il timore di una denuncia da parte di Trifone sembra infatti essere il fattore scatenante dell'estremo gesto di Ruotolo. “Ha commesso i delitti per salvare la sua carriera e il suo ingresso nella Guardia di Finanza”, ha detto Vallerin nel corso della requisitoria.

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